"Dì una cosa di sinistra". Come in 'Aprile', ma non a D'Alema. La preghiera era la mia. 2006, D'Aprile. Il tour di 'Ballate per piccole iene'. A non reagire gli Afterhours. Sul palco diversi e noiosi, diversi.
Da tre giorni ascolto 'I milanesi ammazzano il sabato', ogni volta cambia; i testi si muovono verso nuove interpretazioni, la musica concede divertenti ricerche. Rimane dal principio il gioioso stupore del ritrovamento, come una compressione che rimanda a dieci anni fa, tra 'Hai paura del buio?' e 'Non è per sempre', ben prima della trascurabile deriva.
L'approccio iniziale potrebbe essere fuorviante, solo 5 brani superano i tre minuti, molti sono di così felice impatto da risultare scontati, facilmente anticipabili le aperture ai cambi di ritmo. L'album in toto sa apparire semplice. Ma così non è necessariamente, non per tutti. Il tappeto sonoro è curato come non accadeva dai tempi di Iriondo; si avverte, come mai in precedenza, la voglia di far musica di chi nella band non risponde al nome di Agnelli; alla raffinatezza di tanti tempi dispari seguono momenti più ruvidi, creando un paesaggio fantasioso ed eterogeneo; i testi si snodano nella classica duplicità degli After, la spinta passionale verso un'ideale che potrebbe non esserci ("la concomitanza nel volo") che spesso si concretizza in più immediate figure carnali ("la mia lingua sul tuo culo").
Avvengono cambiamenti significativi, come la nascita di una figlia, che spostano l'attenzione dai propri tormenti (a tratti), dalla propria paura del buio, a favore di desolanti considerazioni su un futuro "di urbanità bilanciocentrica". Il risultato è buona musica, lo stesso.
Non sarà questo disco a farli apprezzare a chi non li ha mai stimati, fortunatamente. Per chi ne ha goduto, anche troppo tempo fa, potrebbe essere una felice scoperta. Quella di ritrovarsi cresciuti eppure fedeli a un passato che non tornerà. Diversi, ma fedeli.
Elenco e tracce
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Altre recensioni
Di GaArPa
I milanesi ammazzano il Sabato è una paccottiglia di citazioni storpiate, allusioni e poche idee.
Il peggior album degli Afterhours dove il disco scivola senza lasciare nulla.
Di pablokant
"I milanesi ammazzano il sabato è il risultato di un impoverimento della vena creativa di Manuel Agnelli."
"Canzoni banali e irritanti nascoste da un'ottima produzione e splendidi arrangiamenti."
Di thecat79
La 'piccola iena' è diventata una 'musa di nessuno', madre di una bambina.
'I milanesi ammazzano il sabato' è una bellissima poesia musicata in forma di ballata acustica, che vale il prezzo dell'album.