Gli Agalloch, a due anni dall'eccellente "Ashes Against the Grain", ripartono in quarta con questo EP dove in una sola e piacevolissima mezz'ora condensano e rimodellano sapientemente il loro sound che nonostante si attenga rigorosamente agli stilemi classici della band (ovvero tendenze marcatamente neofolk con tratti doom) sa sempre stupirci fin nel profondo dell'anima.

Questa musica è un vero e proprio omaggio alla natura e alle sue spontanee e semplici meraviglie; candidi paesaggi innevati e solitari, languidi e malinconici boschi autunnali ricoperti di un manto di foglie morte color pastello sbiadito, acque cristalline e placide di un mare carezzato dai tiepidi raggi solari: questi sono i pittoreschi quadri che probabilmente si affacceranno alla mente di un ascoltatore disposto ad aprire l'occhio dell'immaginazione durante il breve ascolto di questo piccolo e preziosissimo cd. Il tutto grazie agli arpeggi acustici e agli azzeccati inserimenti di synth, dotati entrambi di una fortissima carica espressiva.

Vi abbandonerete alla contemplazione di sognanti accordi di chitarra, classica ed elettrica, che non potrete non apprezzare ("The Isle of Summer"), verrete avvolti da un'estasiante mulinello di cori leggiadri provenienti da chissà quale gelida e sconosciuta isola ("Hollow Stone"), oppure potrete gustarvi una cioccolata calda in compagnia di un aggraziato e intimo folk come "Birch White" mentre fuori dalla vostra baita nevica che odino la manda, magari ammirerete la particolare voce del cantante che intona una melodia arcana, mite e solenne in "Pantheist", o addirittura vi lascerete sfuggire qualche lacrima innocente all'ascolto di "Summerisle Reprise", dove ascolterete note di pianoforte tanto semplici quanto struggenti e commoventi.

Essendo un EP e quindi dalla durata molto limitata, non mi spingo più in là altrimenti dovrei descrivere minuto per minuto ogni canzone sfociando nella prolissità, perciò mi limito a consigliare vivamente questo cd; scaricatelo, compratelo, fate quello che vi pare ma ascoltatelo, perché merita molto così come meritano molto gli stessi Agalloch che per me sono una garanzia: finora non sono riusciti minimamente a stancarmi.
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