Per valutare obiettivamente un album degli Air non occorre ascoltarlo più e più volte, ne bastano poche ma in maniere differenti. Esistono infatti due modi per poter esprimere un giudizio, non dico finale, che si contraddistinguono per lo stato psico-fisico dell'ascoltatore. Ad un primo ascolto l'album da l'impressione di un discreto lavoro, poco innovativo che richiama suoni tipici degli album precedenti miscelati ad altri un po' più poppeggianti (trascurate pure l'accezione per molti negativa del termine poppeggiante).

Il singolo Cherry Blossom Girl credo si possa ben inquadrare con questa definizione proponendo ritmiche, synth e chitarre acustiche degne degli album precedenti e una melodia fruibile anche da un pubblico poco pretenzioso. Canzoni come Run e  Surfin' on a rocket appaiono invece piuttosto pesanti e ripetitive, mente il brano Mike Mills, leggero all'ascolto, coniuga una tastierina stile "chiesa protestante" a sonorità che ben ricordano il famigerato Moon Safari. Piace anche Alpha Beta Gaga con il suo incalzante e strafottente fischiettio ripetitivo. Il resto dell'album passa semi-inosservato fatta eccezione per Alone in Kyoto su cui mi esprimerò più in la.TERMINE DEL PRIMO ASCOLTO.

Il secondo ascolto avviene in una condizione psico-fisica differente, forse più vicina a quella con cui io mi vedo gli stessi Air comporre ;-) In questa situazione si coglie maggiormente l'affinità sonora con i primi album e ciò che sembrava pesante (run e surfin' on a rocket) si rivela estasiante al limite della psichedelia dei carissimi Fluido Rosa. La ripetitività dell'elettronica trionfa lasciando sospeso l'ascoltatore ancora una volta come ai tempi di 10 000 hertz legend. Anche brani trascurati al primo ascolto come Universal traveller e Biological rinascono nella loro follia ingenua. Sembra quasi di interagire per un attimo con la mentalità musicalmente perversa degli Air senza mai coglierla a pieno (una sorta di mondo iperuranico inarrivabile ma a tratti visibile in trasparenza).

La conclusione del lavoro è ottima, Alone in kyoto è splendida, culla con la sua calma l'ascoltatore verso chissà quali viaggi...Ora occorre trarre della conclusioni. Facendo una media sommaria tra i giudizi differenti basati su due situazioni differenti direi che l'album è un buon lavoro anche se si distingue poco per innovatività da quelli precedenti e il suo primo ascolto non entusiasma particolarmente. Le stelle sono quattro su cinque visto che non ci sono i mezzi voti. Il mio voto sarebbe 3.5 ma scelgo quattro per la stima che ho nei riguardi del duo francese. Saluti

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