Dopo aver vissuto un breve giro di giostra sul carrozzone del successo discografico tra il 1976 e il 1978 Al Stewart ritorna ad essere quello che era prima: un artista di nicchia, lontano da clamori e grandi palcoscenici; questo a livello puramente commerciale, ma gli anni '80 coincidono con un periodo di grande incertezza per l'artista scozzese. Il buon Alastair vive una situazione comune a molti altri artisti affermatisi nei '60 e '70 in questa nuova e bizzarra decade: crisi artistica di mezza età ed un rischio terribile, perdersi completamente nell'anonimato, smarrire la propria identità; Joan Baez che coverizza U2 e Dire Straits ed Elton John che tenta di scimmiottare George Michael sono un paio di piccoli ma significativi esempi di questo meccanismo perverso ed anche il Nostro cade, per fortuna solo parzialmente, nella tagliola: la sua scarna produzione ottantiana riflette un artista in versione Giano Bifronte, che da una parte cerca di continuare ad essere sè stesso e dall'altra è, anche giustamente, affascinato dalle nuove sonorità e bizzarrie elettroniche e tenta di farle proprie, con esiti altamente contrastanti.

Ovviamente, con questa premessa, va a farsi benedire la coesione, l'unità di intenti, la fluidità stilistica che aveva fatto grande l'irripetibile trilogia formata da "Year Of The Cat", "Time Passages" e "24 Carrots": "Russians & Americans", che segue di quattro anni la pubblicazione di quest'ultimo è un contenitore di nove canzoni che viaggiano tutte su binari autonomi, senza la vaga parvenza di un trait d'union. Una simile eterogeneità non si era mai verificata in nessuna delle precedenti uscite discografiche di Al Stewart, e non è un bene, perchè un album non è solo la somma algebrica dei brani in esso contenuti, se non ha un'identità precisa perde molto valore e fruibilità, e questo è un peccato perchè, analizzando i singoli episodi "Russians & Americans" sarebbe un buon disco con molti punti di forza e qualche debolezza. Il rockettino banale e preconfezionato di "Strange Girl" è qualcosa di non degno del blasone e della levatura artistica a cui Al ci aveva abituati, una scoria dei tempi, il pop-folk venato di elettronica di "Lori, Don't Go Right Now" quantomeno si colloca con dignità nella dimensione di buon episodio radiofonico, ma pure qui si sente che c'è un mancato feeling con queste nuove sonorità che proprio non scaldano il cuore e non stimolano la fantasia; "One, Two, Three (1, 2, 3)", discreta cover di una vecchia hit degli anni '60 invece proprio non si capisce cosa ci stia a fare in "Russians & Americans", del tutto anacronistica e fuori posto.

L'approccio all'elettronica, addirittura alla new wave però qualcosa di buono lo porta, vale a dire "Rumours Of War", ottima cavalcata dai toni marziali e solenni, anche se il meglio sta in quegli episodi che più si ricollegano al vecchio stile di Al Stewart, in particolare una stupenda "The Gypsy And The Rose", trascinante folk con violini e fisarmonica in grande evidenza e la suggestiva "Accident On 3rd Street", cantato discorsivo alla Bob Dylan abbinato ad una bella ed efficace base di piano. La titletrack, piacevole folk-ballad dai toni dolci e distesi appare, a posteriori, decisamente naif per il suo testo ispirato dagli ultimi attriti della guerra fredda; Al Stewart, grande cantore della storia passata non si rivela altrettamento efficace nel saper leggere il presente di allora, mentre "Cafè Society", dotata di grande forza comunicativa, pathos ed intensità, quasi teatrale e ed anche molto ricercata ed originale nel suo continuo alternarsi di trame musicali avrebbe meritato migliore fortuna in un album migliore di questo, che si chiude così come si è sviluppato, nell'incongruenza più totale, con l'amaro country-folk di "The Candidate" che mette ancora una volta in mostra le grandissime doti di Al Stewart con l'acustica, aumentando comunque la sensazione di caos che aleggia su tutto l'album, compromettendolo irrimediabilmente.

Valutando "Russians & Americans" nel suo complesso, come idea di fondo, visione d'insieme e scorrevolezza sarebbe una bocciatura senza appello, da uno secco, un pastone indigesto di canzoni senza un benchè minimo filo logico, l'album di un artista che sembra andare per tentativi con un paio di cadute di stile veramente marchiane; "The Gypsy And The Rose" è a conti fatti l'unico episodio degno dell'Al Stewart periodo 1973-1980, altre buone prove come "Accident On 3rd Street", "Cafe Society" e la stessa "The Candidate" non bastano per salvare un album che ad oggi rimane il peggiore della carriera del cantautore scozzese, superando di poco l'altrettanto travagliato e problematico successore "Last Days Of The Century", in cui quantomeno si intravede una pur debole idea di fondo; il talento cristallino c'è ancora, ma con "Russians & Americans" siamo veramente a notte fonda: per i primi chiarori di una seconda giovinezza bisognerà aspettare il 1993, per un ritorno ai livelli degli anni '70 il 2005.

Elenco tracce e testi

01   The One That Got Away (04:03)

02   Rumours of War (05:28)

03   Night Meeting (06:00)

04   Accident on 3rd Street (03:33)

05   Strange Girl (03:56)

06   Russians & Americans (04:32)

07   Cafe Society (05:38)

08   One, Two, Three (1, 2, 3) (03:14)

09   The Candidate (02:09)

10   The Gypsy & the Rose (04:18)

11   Lori, Don't Go Right Now (05:13)

12   Valentina Way (04:07)

Find another lover tomorrow
Go find another lover today
You've been so long on lonely street
That you're surely falling into decay
It's time to reconstruct yourself
Time to test the water again
Well it's sad to see
It's a tragedy
That you're wasting away
Look around ... tell me
Is it really worth the price
That you pay
On Valentina Way

I don't think she's ready to listen
I don't think she wants to come back
The atmosphere's too cold in here
To attract a butterfly like that
I think she took the boat-train out
Maybe caught the night express
She's got devious lies
And chameleon eyes
And she can't care less
Oh, buy yourself a ticket
On anything leaving today
From Valentina Way

Oh the rain comes down
And shines up the stars
Oh, the night steps out
In streetlights and bars
To the sounds of guitars
Listen ...

13   Intro / Year of the Cat (09:37)

14   Pink Panther / Song on the Radio (09:53)

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