A volte capita che persone così innamorate di qualcosa (in questo caso la musica) riescano a non scoraggiarsi mai, nemmeno di fronte agli ostacoli più insormontabili, pur di portare avanti la loro infinita passione. Alan Gowen ricalca a pieno questa tipologia di individuo, avendo suonato con la stessa energia, grazia ed eleganza che lo hanno sempre contraddistinto, anche nel momento più buio della sua vita.
Dopo la pubblicazione del secondo disco dei Gilgamesh, nel 1978, Alan focalizza la propria attenzione sul progetto "Soft Heap" (il nome deriva dalle iniziali dei membri della band; ovvero Hugh Hopper, Elton Dean, Alan Gowen e Pip Pyle), realizzando due dischi, il primo dei quali ("Rogue Element") verrà pubblicato a nome Soft Head visto che, durante il tour nel quale è stato registrato, Pip Pyle viene provvisoriamente sostituito da Dave Sheen.
L'anno seguente Alan torna nei National Health per rimediare alla defezione dell'amico tastierista Dave Stewart e suona in molti concerti in Europa e in America (documentati dal live "Playtime" uscito nel 2001), finché la band non si scioglie nel marzo del 1980. Questo dà la possibilità al musicista di realizzare un disco ("Two Rainbows Daily") insieme al bassista Hugh Hopper, con il quale si esibisce poi tre mesi più tardi in un concerto che sarà ricordato come la sua ultima apparizione pubblica.
In quel periodo ad Alan viene infatti diagnosticata una leucemia, tradotta in pochi mesi di vita rimanenti prima di giungere all'inevitabile. Di fronte a tale scioccante notizia il tastierista non abbassa la testa aspettando inerme che arrivi la fine, ma anzi chiama a rapporto alcuni dei suoi amici musicisti e si accinge, con loro, a fare, anche al tramonto della propria esistenza, quello che ha sempre amato di più: suonare.
Il chitarrista Phil Miller, il bassista Richard Sinclair e il batterista Trevor Tomkins si ritrovano così a provare con Alan, nella casa di quest'ultimo (adibita a studio di registrazione), gli ultimi pezzi da lui composti, che andranno a formare questo disco chiamato "Before a Word is Said".
Il testamento che il grande tastierista ci lascia è caratterizzato da ottima musica, molto vicina allo stile Gilgamesh, sorprendentemente equilibrata e scorrevole nonostante la sua intrinseca complessità. L'iniziale "Above and Below" e la conclusiva "A Fleeting Glance" mostrano appunto quanto i musicisti coinvolti riescano ad esprimersi al meglio folgorandoci con i loro assoli senza sbilanciare le composizioni troppo a favore di un unico strumento. Un altro esempio di ciò è costituito da "Fourfold", in cui le esecuzioni di tastiera e chitarra avanzano a braccetto, fin quando Alan non prende il sopravvento, sempre senza influire sulla perfetta stabilità del brano. L'armonia che permea questo lavoro si avverte anche negli episodi più brevi, dove le tastiere, pur essendo sempre presenti, non rubano spazio alle fughe della chitarra di Phil ("Silver Star") o all'estro batteristico di impronta jazz di Trevor ("Reflexes in the Margin"). Richard, oltre che nel ricamare i pezzi con i suoi vocalizzi, sottolinea le sue abilità destreggiandosi in complicate evoluzioni con il basso fretless, come in "Nowadays a Silhouette", dove si interseca costantemente alle tastiere, ed in "Umbrellas", incredibile gioiello che ripercorre lo stile magico e sognante dei primi National Health. L'unica traccia dove si affacciano sonorità più cupe è "Before a Word is Said", una lenta marcia dalle tonalità piuttosto scure, in cui appaiono, all'inizio e alla fine, le risa di bambini che giocano, come a dimostrare che, nonostante il tempo di Alan stia ormai per scadere, la vita comunque continua.
Due settimane dopo il termine delle registrazioni, il 17 Maggio del 1981, Alan Gowen muore a 33 anni e lascia il mondo orfano di un grandissimo artista che, se ne avesse avuto la possibilità, ci avrebbe regalato ancora tante emozioni con la sua stupenda musica. I compagni musicisti omaggeranno il loro amico venuto a mancare con il disco "D.S. Al Coda", uscito sotto il nome National Health, interamente costituito da brani da lui composti.
Non c'è un modo adeguato per esprimere efficacemente la propria gratitudine e stima ad una persona che ha dato così tanto, se non forse il più semplice, perciò:
Grazie Alan.
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