Kim Poor - “The Hermit”, 1975
*********************************************************
«...tutte le discipline propedeutiche che devono precedere la dialettica,
bisogna che siano insegnate fin dalla più tenera età senza però fissarle in uno
schema rigido che sia imposto obbligatoriamente»
«E perché mai?»
«Perché un uomo libero non dovrà mai apprendere una scienza come fosse uno
schiavo. In effetti, se le fatiche subite per forza dal corpo non lo rendono
peggiore, nessun insegnamento che sia imposto a forza all’anima può essere
stabile»
«È vero»
«Caro amico, non con la costrizione dovrai formare i giovani, ma col gioco,
in modo che anche tu sia in grado di distinguere quali siano le naturali
predisposizioni di ciascuno»
Platone - “Repubblica”, libro VII
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Mentre
mi appresto a scrivere queste righe, non posso fare a meno di rivolgere a me
stesso le simpatiche parole di Bartleboom, che mi è capitato di leggere qualche
tempo fa tra le pagine del sito. Che io prenda troppo sul serio il mio ruolo e
la funzione dei miei suggerimenti "su un sito di recensioni amatoriali che
ha per simbolo una mucca"? Forse dovrei rilassarmi, mettere da parte
abaco, pesi e bilancia e lasciare alle decine di siti specializzati l'onere di
illustrare a dovere i complessi lavori che ho la presunzione di descrivere.
Nonostante l'entità del dubbio, i commenti e la fiducia che mi è parso di
notare intorno a certe mie antiche proposte, mi hanno convinto ad aggiornare
quei vetusti giudizi, magari facendo valere la parvenza di senso critico che
OleEinar e Supersoul, in età arcaiche, tentarono inutilmente di instillare
nella mia entusiastica visione dell’universo progressivo. Non che adesso
possieda la totale obiettività, né tantomeno le sterminate conoscenze di Mastro
Jargon, però mi piace pensare di aver ottenuto una visuale un po' più ampia
rispetto al passato. Visto che la sede me lo permette, approfitto anche per
introdurre i voti intermedi, così da poter ulteriormente chiarire il valore
delle opere elencate.
Trattandosi
di una semplice lista di epigrafi, ho pensato di includervi (oltre,
ovviamente, al nome della formazione e del relativo disco) l'anno, la nuova
valutazione, la differenza rispetto alla precedente, la nazione del gruppo
("N"), lo stile ("S") e la difficoltà di fruizione
("D"), che può dipendere dalla quantità di impegno, concentrazione,
pazienza o ripetuti tentativi necessari per comprendere adeguatamente l'album
in oggetto.
I
livelli di avversità sono indicativi e vogliono soltanto suggerire lo spirito
con il quale affrontare l’ascolto.
D:
“Irrisoria” (Es. Caravan - “Caravan”,
1968)
D:
“Contenuta” (Es.
Genesis - “Trespass”, 1970)
D: “Ragionevole” (Es. Yes - “Close to the Edge”, 1972)
D: “Oscillante” (Es. King Crimson - “Starless and Bible
Black”, 1974)
D: “Cospicua”
(Es. Henry Cow - “Leg End”, 1973)
D: “Temibile” (Es. Robert Wyatt - “The End of an Ear”,
1970)
INVENTARIO ALLEGORICO
Considerazioni
aggiornate a Mercoledì 2 Marzo 2011.
01.
Anthony Phillips - “The Geese and the Ghost”, 1977 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Folk Sinfonico / D: Contenuta]
(=): Una vellutata
carezza, messaggera di tempi lontani, romanticamente trasposta in musica.
Serenata unica nel suo genere.
02.
Steve Hackett - “Bay of Kings”, 1983 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]
(=): Gli epici
orizzonti di un universo perduto si delineano nei riflessi di un diamante
purissimo, estratto dal genio del più misurato e concreto compositore classico
uscito dall’Accademia Progressiva.
03.
Steve Hackett - “Momentum”, 1988 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]
(=): La pietra
preziosa diventa un gioiello finemente lavorato. Forse meno spontaneo del
predecessore, ma reso altrettanto inestimabile
dalla sbalorditiva destrezza del suo eccezionale orefice.
04. Greenslade - “Time and Tide”, 1975 = {***}
[N: Inghilterra / S: Rock Sinfonico / D: Irrisoria]
(-1): Frugale ma
dignitosa conclusione di una serie contorta, iniziata alla grande, ma mai
convincente fino in fondo.
05. National Health - “National Health”, 1977 = {*****}
[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(=): La sintesi
perfetta di esperienze diverse ma fecondissime. Una favola sublime narrata da una
voce a dir poco splendida.
06.
Gilgamesh - “Gilgamesh”, 1975 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(=): Un leggendario
libro di magia bianca, costellato di miracolosi incantesimi e redatto dal più
dotato e sapiente taumaturgo del Kent.
07. Gilgamesh - “Another Fine Tune You've Got Me Into”,
1978 = {*****}
[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(=): Un itinerario
segreto, tracciato con ineguagliata eleganza, su di un’antica pergamena; indispensabile
per inabissarsi e scandagliare i remoti fondali dell’animo.
08. Gowen, Miller, Sinclair, Tomkins - “Before a Word
Is Said”, 1980 = {****}
[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(-1): Il testamento
di un musicista immenso. Con l’amico Phil Lee alla chitarra avremmo potuto
parlare, con tutta probabilità, di ennesimo capolavoro.
09.
National Health - “D.S. al Coda”, 1981 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(-1): La dottrina e
l’ispirazione portano l’inconfondibile sigillo di Alan, ma la grazia e lo
spirito riflessivo sono scomparsi. Tragicamente per sempre.
10.
National Health - “Missing Pieces”, 1994 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(+1): Un’orchestra di
mostri sacri per una strabiliante raccolta di composizioni. Il tutto
all’insegna di una genialità sconfinata e un’inestinguibile ironia.
11. Machine and the Synergetic Nuts - “Leap Second
Neutral”, 2005 = {*****}
[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(=): Una delle opere
più entusiasmanti che ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare. Energia colossale
al servizio di strepitose suggestioni, impresse con la tecnica e l’originalità
di un altro pianeta.
12.
Gilgamesh - “Arriving Twice”, 2000 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(=): I vari stadi di
compilazione di un testo esoterico divenuto imprescindibile. Appunti
disordinati e a tratti indecifrabili, che non riescono comunque a celare il
talento smisurato del loro autore.
13.
Egg - “The Civil Surface”, 1974 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(=): Dimenticate le
cacofonie del passato, il linguaggio sviluppa una perpetua tensione tra
dinamicità, leggiadria e calore. Ideale preludio alle competizioni creative
dell’anno successivo.
14.
Arzachel - “Arzachel”, 1969 = {****½}
[N:
Inghilterra / S: Rock Psichedelico / D: Ragionevole]
(+½): Un pomeriggio
passato in compagnia di amici, ad improvvisare spericolate escursioni
lisergiche, per mezzo di un estro sorprendente e un’intesa senza limiti.
15.
Egg - “Egg”, 1970 = {***½}
[N:
Inghilterra / S: Canterbury Sperimentale / D: Oscillante]
(-½): Esordio irriverente
e disorganico, ma traboccante di acute intuizioni. Il singolare schema adottato
raggiungerà i risultati più cospicui con il seguente tentativo.
16.
Soft Machine - “Bundles”, 1975 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]
(-1): Un monumento alla
perizia tecnica, reso più umano da una serie di spinte emotive, tra le quali domina
la contemplazione metafisica di “The Floating World”.
17.
Soft Machine - “Softs”, 1976 = {***½}
[N:
Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]
(-1½): Le riflessioni
del predecessore si diradano fino quasi ad estinguersi. Rimane costante la
bellezza di una statua sonora scolpita con maestria, ma in un marmo più freddo
che mai.
18. Soft Machine - “Land of Cockayne”, 1980 = {***}
[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Irrisoria]
(-1): L’inevitabile
conclusione di una serie dall’aspetto seducente ma povera di significati, che a
suo tempo riuscì ad ammaliarmi grazie ad un ampio repertorio di trucchi del mestiere.
19. Moving Gelatine Plates - “Moving Gelatine Plates”,
1971 = {****½}
[N: Francia / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(-½): Una fiorente
colonia, in cui gli usi e i costumi di due terre s’incontrano, innescando
un’esplosiva miscela di ingegno e comicità. Gli Dei di Canterbury concedono la
loro benedizione.
20.
Yngve Guddal & Roger T. Matte - “Genesis for Two Grand Pianos”, 2002 = {***}
[N:
Norvegia / S: Classica / D: Irrisoria]
(-1): Una plateale
riverenza ai sommi alfieri del rock sinfonico. Il disco, così come il suo
seguito, non vuole essere altro che un sentito omaggio e va, perciò, valutato
di conseguenza.
21. Island - “Pictures”, 1977 = {*****}
[N: Svizzera / S: Rock Eclettico / D: Oscillante]
(=): Un incubo
intriso di surreale alienazione, ambientato negli abissali meandri della
psiche. Uno dei traguardi assoluti della scena musicale elvetica.
22.
Machine and the Synergetic Nuts - “Machine and the Synergetic Nuts”, 2003 = {*****}
[N:
Giappone / S: Jazz Rock / D: Oscillante]
(=): Più audace e
diretto del sofisticato fratello minore, ne condivide la vocazione, l’innata
capacità di stupire e gli impressionanti risultati artistici. Buon sangue non
mente.
23.
Wigwam - “Fairyport”, 1972 = {****}
[N:
Finlandia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(-1): La prima
mezz’ora rasenta la perfezione, poi la necessità di riservare spazio a ciascun compositore
finisce col dilatare oltremodo la durata del disco. Il live finale non aiuta.
24.
Jargon - “Jargon”, 1980 = {***½}
[N:
Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Contenuta]
(-½): Una godibile
lezione di stile tenuta da una comitiva di navigati mestieranti, arricchita da
una serie di spunti piuttosto efficaci.
25.
Web - “I Spider”, 1970 = {****½}
[N:
Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(-½): Una formula collaudata,
letteralmente sconvolta dall’ingresso di un perspicace e risoluto tastierista.
Purtroppo l’incanto stenterà a riproporsi con i Greenslade.
26.
Druid - “Toward the Sun”, 1975 = {***}
[N:
Inghilterra / S: Rock Sinfonico / D: Contenuta]
(-1): I sacri testi
dello “yessound” tradotti da una congrega di druidi, forse meglio di quanto non
sia stato fatto nel Castello delle Stelle. Ciononostante, in tali antiquate
ricerche, ogni superiorità è relativa.
27.
Sukellusvene - “Vesi- Ja Lintumusiikkia”, 1979 = {****}
[N:
Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Ragionevole]
(=): Fantasia e determinazione
al servizio di sorprendenti peripezie strumentali, degne di tutta l’attenzione
che non sono mai riuscite a ricevere.
28. Brainchild - “Healing of the Lunatic Owl”, 1970 =
{****}
[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]
(=): Proposta
stuzzicante ma accessibile, che scorre come un sorso d’acqua fresca. Un “Gufo
Lunatico” capace, a dispetto del nome, di gestire un fragile equilibrio di
forze.
29.
Iguana - “Iguana”, 1972 = {***}
[N:
Inghilterra / S: Blues Rock / D: Irrisoria]
(=): Poche pretese e
una discreta dose di sfrontatezza caratterizzano le spensierate filastrocche di
una formazione simpatica e abbastanza inusuale.
30.
Room - “Pre-Flight”, 1972 = {***½}
[N:
Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Contenuta]
(-½): Un ambizioso
crocevia di generi, che non riesce comunque a scrollarsi di dosso gli influssi
della musica leggera dell’epoca. Con un seguito avrebbero potuto fare faville.
31.
Goliath - “Goliath”, 1970 = {***}
[N:
Inghilterra / S: Rock / D: Irrisoria]
(=): Un debutto
vivace che, pur tenendosi lontano dalle smaliziate sperimentazioni dei circoli
progressivi, riserva qualche piacevole sorpresa.
32.
Fusion Orchestra - “Skeleton in Armour”, 1973 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(=): Composizioni
spumeggianti e ambiziose, al servizio delle agguerrite corde vocali di una
cantante dalla fortissima personalità. Il primo premio era a portata di mano.
33.
Fuchsia - “Fuchsia”, 1971 = {***½}
[N:
Inghilterra / S: Folk Rock / D: Contenuta]
(-½): Una serena
passeggiata su verdi sentieri, immersi nelle arie edulcorate di un sistema
apparentemente ibrido, ma incapace di variare davvero il proprio suono.
34. Twenty Sixty Six and Then - “Reflections!”, 1989 =
{****}
[N: Germania / S: Hard Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(=): Lo smarrimento
dei nastri originali ha determinato la realizzazione di una raccolta di
versioni premature, crude e dilatate. Ciò che è perduto in avvenenza è
guadagnato in vigore e arditezza.
35. Jan Dukes de Grey - “Mice and Rats in the Loft”,
1971 = {*****}
[N: Inghilterra / S: Acid Folk / D: Ragionevole]
(=): Una vecchia
soffitta gremita di minacciosi roditori, botti di vino inacidito, chilometrici
rotoli di stoffa da vendere, polverosi barattoli di marmellate psicotrope e
tanta, tantissima inventiva.
36. Tomorrow's Gift - “Tomorrow's Gift”, 1971 = {***}
[N: Germania / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(-1): Un impasto di
idee valide ma confuse, una spolverata di futili virtuosismi, un pugno di
tracce ben costruite e un cantato pseudo-inglese terribilmente indigesto.
Consumare con moderazione.
37.
Charles Dickens - “The Posthumous Papers of the Pickwick Club”, 1836 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Romanzo Satirico / D: Contenuta]
(=): La più efficace
terapia contro i mali dell’animo, insieme agli scritti di Seneca e gli
insegnamenti di Socrate. Incarnazione letteraria di una meravigliosa terra
grigia e rosa.
38.
Ikarus - “Ikarus”, 1971 = {***½}
[N:
Germania / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(-½): Moralismo
all’acqua di rose, decantato con misera eloquenza, ma irrobustito da una
generosa infusione di jazz rock proveniente dalle limpide sorgenti inglesi.
39.
Robin Hobb - “Assassin's Apprentice”, 1995 = {****½}
[N:
Stati Uniti / S: Romanzo Fantasy / D: Contenuta]
(-½): Pur non potendo
ambire alle vette dell’Olimpo letterario, questa saga segna una rivoluzione
nella propria abusatissima categoria. L’umanità disarmante di Fitz rade al
suolo ogni stereotipo.
40.
Dark - “Round the Edges”, 1971 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Hard Rock / D: Contenuta]
(=): Un
elettrizzante salto temporale. Un vortice che proietta all’istante nel fermento
di un decennio agli albori, ricettacolo di eventi d’inimmaginabile portata.
41.
Ragnarök - “Ragnarök”, 1976 = {****½}
[N:
Svezia / S: Folk Jazz / D: Contenuta]
(+½): Perdersi nel
buio di una notte infestata da spettri del passato e dubbi laceranti. Musica
foriera della tenue speranza di redenzione che alimenta un solitario viaggio
alla riscoperta di sé.
42.
Panthéon - “Orion”, 1972 = {***}
[N:
Olanda / S: Jazz Rock / D: Contenuta]
(=): La morbida
linea del tramonto disegna un paesaggio familiare ma disadorno, tinteggiato da
una nutrita gamma di rilassanti toni pastello. Sonorità affabili, ma la noia è
dietro l’angolo.
43.
Karda Estra - “The Age of Science and Enlightenment”, 2006 = {****}
[N:
Inghilterra / S: Neo Classica / D: Contenuta]
(=): Una quieta
melodia, posseduta dalle gotiche rimembranze di fantasmi ottocenteschi; simile
a un raggio di sole che sbircia nei quieti penetrali di una cripta ammantata di
edera.
44. SixNorth - “Prayer”, 2003 = {****}
[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(-1): Una
calorosissima ode ai leggendari cavalieri dell’Ordine di Canterbury. Grazia e
trasporto in abbondanza per un amalgama di tradizioni che fatica a trovare una
propria identità.
45. Robert Wyatt - “Ruth Is Stranger than Richard”, 1975
= {****}
[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]
(-1): L’ottimale
varco d’accesso a un universo parallelo in cui tutto è più intenso, più sincero
e più reale. L’anticamera di un tempio, edificato in onore della sensibilità umana,
da un autentico Maestro.
46. KBB - “Four Corner's Sky”, 2004 = {*****}
[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Oscillante]
(+1): Una
straordinaria scalata verso la sommità dei pilastri del cielo. L’emozionante
ascesa di un implacabile violino, gestito dalla mostruosa perizia di uno dei
moderni eroi del mondo progressivo.
47. Will-o-the Wisp - “A Gift for Your Dreams”, 2006 =
{****}
[N: Grecia / S: Rock Psichedelico / D: Ragionevole]
(=): Visioni
distorte e trasognate, in cui arcani rituali di streghe e conturbanti sagome di
alberi secolari, si nascondono nei vapori di misture dall’aroma delicato,
preparate con inconsueta solerzia.
48. Happy the Man - “Happy the Man”, 1977 = {****}
[N: Stati Uniti / S: Jazz Rock Sinfonico / D: Contenuta]
(-1): Motivi carezzevoli
e funambolismi tastieristici, lambiti da un jazz accomodante e spoglio del
tipico sarcasmo d’oltreoceano. Un connubio dal sapore dolciastro e non sempre proficuo.
49.
Pochakaite Malko - “Laya”, 2004 = {****}
[N:
Giappone / S: Avant Jazz Rock / D: Oscillante]
(=): Una delle numerose
formazioni stravolte e dirette verso gloriosi apici di temerarietà dalla spinta
formidabile del più intrepido violinista del Sol Levante.
50. National Health - “Playtime”, 1979 = {****}
[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Oscillante]
(=): I differenti aspetti
di una sfaccettata realtà, indagati e riproposti dal vivo da un’inedita
formazione. Sinergiche imprese di spiriti indomiti, trasmesse ai posteri con
mezzi di fortuna.
51. Henry Cow - “Unrest”, 1974 = {****½}
[N: Inghilterra / S: Rock in Opposition / D: Cospicua]
(+½): L’erma bifronte
che domina l’atrio di un occulto santuario. Scolpito dai padri fondatori della
Confraternita Oscura per scavare nella coscienza degli iniziati ed osservarne
l’effettivo potenziale.
52.
Yezda Urfa - “Boris”, 1975 = {*****}
[N:
Stati Uniti / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]
(=): Una cima
impervia, incisa da una bandiera diversa dal solito. Un idillio ben presto
sfatato dalla crescente dipendenza verso le teorie di un Gigante di tutt’altro
spessore, sia di nome che di fatto.
53.
Diagonal - “Diagonal”, 2008 = {****½}
[N:
Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(+½): L’anima stessa
del Progressive trasmigra nel respiro incendiario di un dragone iridescente,
scaraventando nell’oblio tutti gli sprovveduti avventurieri che davano la sua
nobile razza per estinta.
54.
Forgas Band Phenomena - “Soleil 12”, 2005 = {****}
[N:
Francia / S: Jazz Fusion / D: Ragionevole]
(=): Un cocktail
eufonico, sorseggiato osservando prati fioriti e fanciulli che giocano sotto la
torrenziale pioggia dorata di un sole assai splendente.
55.
Pekka Pohjola - “Visitation”, 1979 = {****}
[N:
Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Contenuta]
(=): La germinazione
di semi orchestrali piantati con cura e parsimonia. Abilità e sentimento
stretti insieme dal caldo abbraccio di un jazz sinuoso, dotato di un
irripetibile senso della misura.
56. Steve Hackett - “A Midsummer Night's Dream”, 1997 =
{*****}
[N: Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]
(=): Ali sonore
plasmate dal nume tutelare della chitarra classica, gentilmente offerte allo
spirito della più deliziosa favola shakespeariana, per un volo incantato che
trascende ogni razionale considerazione.
57. Skywhale - “The World at Minds End”, 1977 = {****}
[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(=): Una spedizione
verso le selvagge frontiere della mente, per ammirare le acrobazie di mastodontiche
balene volanti, in un surreale ma adrenalinico spettacolo, che non avrà alcun
seguito.
58. The Shiver - “Walpurgis”, 1969 = {***}
[N: Svizzera / S: Blues Rock / D: Irrisoria]
(=): Uno di quei
tipici casi in cui la confezione è migliore del contenuto. La prima copertina
del padre di Alien cela un blues modesto, irradiato però dalla presenza di una
traccia essenziale. Peccato sia una cover.
59.
Asturias - “Marching Grass on the Hill”, 2006 = {***½}
[N:
Giappone / S: Neo Classica / D: Contenuta]
(-½): Un flusso
ininterrotto di note dolci come il miele. Malgrado la formula acustica,
l’esasperata emotività della scena sinfonica giapponese rimane sempre distintamente
percepibile.
60. King Crimson - “The Night Watch”, 1997 = {*****}
[N: Inghilterra / S: Rock Cremisi / D: Oscillante]
(=): Il Consiglio
Reale di Sua Maestà e dei suoi valenti generali, dipinto con maestria su una
tela oscura e ricca di fascino. Leggi di un governo illuminato, proposte
dall’ineffabile saggezza dell’unico vero Re Filosofo.
61.
Cos - “Postaeolian Train Robbery”, 1974 = {****}
[N:
Belgio / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]
(=): Le capriole
vocali di un’incantevole acrobata del canto, circondate da una variopinta
coreografia di spumeggianti artifici. Una felice combinazione, riproposta due
anni dopo con immutato successo.
62.
Höstsonaten - “Höstsonaten”, 1997 = {***½}
[N:
Italia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]
(-½): Una lunga
galoppata attraverso scenari nostalgici, nei quali riposano i ruderi di un
indelebile passato. Itinerario certamente suggestivo, ma potrebbe fare a meno
di diverse tappe.
63.
Van der Graaf Generator - “Godbluff Live 1975”, 2003 = {*****}
[N:
Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(=): Gesta
immortali, intraprese da un drappello di crociati, in avanscoperta oltre i fari
che scrutano le coste del mondo conosciuto. Una reliquia finalmente degna di
testimoniare le loro mirabili conquiste sul campo.
64.
Änglagård - “Epilog”, 1994 = {*****}
[N:
Svezia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]
(=): L’acme del
revival eclettico. Motivi echeggianti dalle mura di gloriose città, trasformati
in sinistre allucinazioni dalla malizia di un fauno misantropo, che dimora nel
cuore di una foresta impenetrabile.
65.
Anekdoten - “Nucleus”, 1995 = {****}
[N:
Svezia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(-1): Furore cremisi
iniettato nelle iridi di una bestia ciclopica, persa come non mai nel delirio
della sua indole devastatrice. Il peso dei debiti contratti per ottenere una
tale forza sarà la sua inevitabile rovina.
66.
Viima - “Ajatuksia Maailman Laidalta”, 2005 = {***}
[N:
Finlandia / S: Folk Sinfonico / D: Irrisoria]
(=): Pittoresche
immagini si susseguono placidamente, come nuvole sullo sfondo di un cielo
sereno. Un album illustrato di storie tradizionali, da narrare ai figli piccoli
di fronte al fuoco del camino.
67.
Sinkadus - “Cirkus”, 1998 = {***}
[N:
Svezia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]
(=): La pretesa di catturare la tragica
melanconia dei boschi limitandosi a dipingere minuziosamente labirinti
alberati. Ne emerge un bel quadro, da appendere in salotto.
68.
Makajodama - Makajodama, 2009 = {***½}
[N:
Svezia / S: Post Rock / D: Ragionevole]
(-½): Un esperimento
genetico dai folli presupposti, frenato da una robusta catena di indugi. La terribile
creatura portata in vita altro non è che un interessante meticcio, bizzarro ma
immaturo.
69.
Wobbler - Hinterland, 2005 = {****}
[N:
Norvegia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]
(=): Un manipolo di
vichinghi, stanco di continue razzie, abbandona i vascelli per addentrarsi in
un fiabesco entroterra, dispensatore di curiosi incontri, panorami senza tempo
e tante appassionanti avventure.
70.
Landberk - Riktigt Äkta, 1992 = {****}
[N:
Svezia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]
(=): Strazio e
disillusione serpeggiano nelle nebbie di un’esistenza nauseante. Colpa e
innocenza si mescolano in un filtro velenoso, preparato con una dissimulata
quanto riconoscibile brama di morte.
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«The wall on which the prophets wrote
Is cracking at the seams.
Upon the instruments of death
The sunlight brightly gleams.
When every man is torn apart
With nightmares and with dreams,
Will no one lay the laurel wreath
As silence drowns the screams.
Between the iron
gates of fate,
The seeds of time were sown,
And watered by the deeds of those
Who know and who are known;
Knowledge is a deadly friend
When no one sets the rules.
The fate of all mankind I see
Is in the hands of fools.
Confusion will be my epitaph.
As I crawl a cracked and broken path
If we make it we can all sit back
and laugh.
But I fear tomorrow I'll be crying,
Yes I fear tomorrow I'll be crying.»
Peter Sinfield -
“Epitaph”, 1969
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