Kim Poor - “The Hermit”, 1975

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«...tutte le discipline propedeutiche che devono precedere la dialettica, bisogna che siano insegnate fin dalla più tenera età senza però fissarle in uno schema rigido che sia imposto obbligatoriamente»

«E perché mai?»

«Perché un uomo libero non dovrà mai apprendere una scienza come fosse uno schiavo. In effetti, se le fatiche subite per forza dal corpo non lo rendono peggiore, nessun insegnamento che sia imposto a forza all’anima può essere stabile»

«È vero»

«Caro amico, non con la costrizione dovrai formare i giovani, ma col gioco, in modo che anche tu sia in grado di distinguere quali siano le naturali predisposizioni di ciascuno»

Platone - “Repubblica”, libro VII

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Mentre mi appresto a scrivere queste righe, non posso fare a meno di rivolgere a me stesso le simpatiche parole di Bartleboom, che mi è capitato di leggere qualche tempo fa tra le pagine del sito. Che io prenda troppo sul serio il mio ruolo e la funzione dei miei suggerimenti "su un sito di recensioni amatoriali che ha per simbolo una mucca"? Forse dovrei rilassarmi, mettere da parte abaco, pesi e bilancia e lasciare alle decine di siti specializzati l'onere di illustrare a dovere i complessi lavori che ho la presunzione di descrivere. Nonostante l'entità del dubbio, i commenti e la fiducia che mi è parso di notare intorno a certe mie antiche proposte, mi hanno convinto ad aggiornare quei vetusti giudizi, magari facendo valere la parvenza di senso critico che OleEinar e Supersoul, in età arcaiche, tentarono inutilmente di instillare nella mia entusiastica visione dell’universo progressivo. Non che adesso possieda la totale obiettività, né tantomeno le sterminate conoscenze di Mastro Jargon, però mi piace pensare di aver ottenuto una visuale un po' più ampia rispetto al passato. Visto che la sede me lo permette, approfitto anche per introdurre i voti intermedi, così da poter ulteriormente chiarire il valore delle opere elencate.

Trattandosi di una semplice lista di epigrafi, ho pensato di includervi (oltre, ovviamente, al nome della formazione e del relativo disco) l'anno, la nuova valutazione, la differenza rispetto alla precedente, la nazione del gruppo ("N"), lo stile ("S") e la difficoltà di fruizione ("D"), che può dipendere dalla quantità di impegno, concentrazione, pazienza o ripetuti tentativi necessari per comprendere adeguatamente l'album in oggetto.

I livelli di avversità sono indicativi e vogliono soltanto suggerire lo spirito con il quale affrontare l’ascolto.

D: “Irrisoria” (Es. Caravan - “Caravan”, 1968)

D: “Contenuta” (Es. Genesis - “Trespass”, 1970)

D: “Ragionevole” (Es. Yes - “Close to the Edge”, 1972)

D: “Oscillante” (Es. King Crimson - “Starless and Bible Black”, 1974)

D: “Cospicua” (Es. Henry Cow - “Leg End”, 1973)

D: “Temibile” (Es. Robert Wyatt - “The End of an Ear”, 1970)

INVENTARIO ALLEGORICO

Considerazioni aggiornate a Mercoledì 2 Marzo 2011.

01. Anthony Phillips - “The Geese and the Ghost”, 1977 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Folk Sinfonico / D: Contenuta]

(=): Una vellutata carezza, messaggera di tempi lontani, romanticamente trasposta in musica. Serenata unica nel suo genere.

02. Steve Hackett - “Bay of Kings”, 1983 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]

(=): Gli epici orizzonti di un universo perduto si delineano nei riflessi di un diamante purissimo, estratto dal genio del più misurato e concreto compositore classico uscito dall’Accademia Progressiva.

03. Steve Hackett - “Momentum”, 1988 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]

(=): La pietra preziosa diventa un gioiello finemente lavorato. Forse meno spontaneo del predecessore, ma reso altrettanto inestimabile dalla sbalorditiva destrezza del suo eccezionale orefice.

04. Greenslade - “Time and Tide”, 1975 = {***}

[N: Inghilterra / S: Rock Sinfonico / D: Irrisoria]

(-1): Frugale ma dignitosa conclusione di una serie contorta, iniziata alla grande, ma mai convincente fino in fondo.

05. National Health - “National Health”, 1977 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(=): La sintesi perfetta di esperienze diverse ma fecondissime. Una favola sublime narrata da una voce a dir poco splendida.

06. Gilgamesh - “Gilgamesh”, 1975 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(=): Un leggendario libro di magia bianca, costellato di miracolosi incantesimi e redatto dal più dotato e sapiente taumaturgo del Kent.

07. Gilgamesh - “Another Fine Tune You've Got Me Into”, 1978 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(=): Un itinerario segreto, tracciato con ineguagliata eleganza, su di un’antica pergamena; indispensabile per inabissarsi e scandagliare i remoti fondali dell’animo.

08. Gowen, Miller, Sinclair, Tomkins - “Before a Word Is Said”, 1980 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(-1): Il testamento di un musicista immenso. Con l’amico Phil Lee alla chitarra avremmo potuto parlare, con tutta probabilità, di ennesimo capolavoro.

09. National Health - “D.S. al Coda”, 1981 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(-1): La dottrina e l’ispirazione portano l’inconfondibile sigillo di Alan, ma la grazia e lo spirito riflessivo sono scomparsi. Tragicamente per sempre.

10. National Health - “Missing Pieces”, 1994 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(+1): Un’orchestra di mostri sacri per una strabiliante raccolta di composizioni. Il tutto all’insegna di una genialità sconfinata e un’inestinguibile ironia.

11. Machine and the Synergetic Nuts - “Leap Second Neutral”, 2005 = {*****}

[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(=): Una delle opere più entusiasmanti che ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare. Energia colossale al servizio di strepitose suggestioni, impresse con la tecnica e l’originalità di un altro pianeta.

12. Gilgamesh - “Arriving Twice”, 2000 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(=): I vari stadi di compilazione di un testo esoterico divenuto imprescindibile. Appunti disordinati e a tratti indecifrabili, che non riescono comunque a celare il talento smisurato del loro autore.

13. Egg - “The Civil Surface”, 1974 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(=): Dimenticate le cacofonie del passato, il linguaggio sviluppa una perpetua tensione tra dinamicità, leggiadria e calore. Ideale preludio alle competizioni creative dell’anno successivo.

14. Arzachel - “Arzachel”, 1969 = {****½}

[N: Inghilterra / S: Rock Psichedelico / D: Ragionevole]

(+½): Un pomeriggio passato in compagnia di amici, ad improvvisare spericolate escursioni lisergiche, per mezzo di un estro sorprendente e un’intesa senza limiti.

15. Egg - “Egg”, 1970 = {***½}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Sperimentale / D: Oscillante]

(-½): Esordio irriverente e disorganico, ma traboccante di acute intuizioni. Il singolare schema adottato raggiungerà i risultati più cospicui con il seguente tentativo.

16. Soft Machine - “Bundles”, 1975 = {****}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]

(-1): Un monumento alla perizia tecnica, reso più umano da una serie di spinte emotive, tra le quali domina la contemplazione metafisica di “The Floating World”.

17. Soft Machine - “Softs”, 1976 = {***½}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]

(-1½): Le riflessioni del predecessore si diradano fino quasi ad estinguersi. Rimane costante la bellezza di una statua sonora scolpita con maestria, ma in un marmo più freddo che mai.

18. Soft Machine - “Land of Cockayne”, 1980 = {***}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Irrisoria]

(-1): L’inevitabile conclusione di una serie dall’aspetto seducente ma povera di significati, che a suo tempo riuscì ad ammaliarmi grazie ad un ampio repertorio di trucchi del mestiere.

19. Moving Gelatine Plates - “Moving Gelatine Plates”, 1971 = {****½}

[N: Francia / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(-½): Una fiorente colonia, in cui gli usi e i costumi di due terre s’incontrano, innescando un’esplosiva miscela di ingegno e comicità. Gli Dei di Canterbury concedono la loro benedizione.

20. Yngve Guddal & Roger T. Matte - “Genesis for Two Grand Pianos”, 2002 = {***}

[N: Norvegia / S: Classica / D: Irrisoria]

(-1): Una plateale riverenza ai sommi alfieri del rock sinfonico. Il disco, così come il suo seguito, non vuole essere altro che un sentito omaggio e va, perciò, valutato di conseguenza.

21. Island - “Pictures”, 1977 = {*****}

[N: Svizzera / S: Rock Eclettico / D: Oscillante]

(=): Un incubo intriso di surreale alienazione, ambientato negli abissali meandri della psiche. Uno dei traguardi assoluti della scena musicale elvetica.

22. Machine and the Synergetic Nuts - “Machine and the Synergetic Nuts”, 2003 = {*****}

[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Oscillante]

(=): Più audace e diretto del sofisticato fratello minore, ne condivide la vocazione, l’innata capacità di stupire e gli impressionanti risultati artistici. Buon sangue non mente.

23. Wigwam - “Fairyport”, 1972 = {****}

[N: Finlandia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(-1): La prima mezz’ora rasenta la perfezione, poi la necessità di riservare spazio a ciascun compositore finisce col dilatare oltremodo la durata del disco. Il live finale non aiuta.

24. Jargon - “Jargon”, 1980 = {***½}

[N: Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Contenuta]

(-½): Una godibile lezione di stile tenuta da una comitiva di navigati mestieranti, arricchita da una serie di spunti piuttosto efficaci.

25. Web - “I Spider”, 1970 = {****½}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(-½): Una formula collaudata, letteralmente sconvolta dall’ingresso di un perspicace e risoluto tastierista. Purtroppo l’incanto stenterà a riproporsi con i Greenslade.

26. Druid - “Toward the Sun”, 1975 = {***}

[N: Inghilterra / S: Rock Sinfonico / D: Contenuta]

(-1): I sacri testi dello “yessound” tradotti da una congrega di druidi, forse meglio di quanto non sia stato fatto nel Castello delle Stelle. Ciononostante, in tali antiquate ricerche, ogni superiorità è relativa.

27. Sukellusvene - “Vesi- Ja Lintumusiikkia”, 1979 = {****}

[N: Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Ragionevole]

(=): Fantasia e determinazione al servizio di sorprendenti peripezie strumentali, degne di tutta l’attenzione che non sono mai riuscite a ricevere.

28. Brainchild - “Healing of the Lunatic Owl”, 1970 = {****}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Contenuta]

(=): Proposta stuzzicante ma accessibile, che scorre come un sorso d’acqua fresca. Un “Gufo Lunatico” capace, a dispetto del nome, di gestire un fragile equilibrio di forze.

29. Iguana - “Iguana”, 1972 = {***}

[N: Inghilterra / S: Blues Rock / D: Irrisoria]

(=): Poche pretese e una discreta dose di sfrontatezza caratterizzano le spensierate filastrocche di una formazione simpatica e abbastanza inusuale.

30. Room - “Pre-Flight”, 1972 = {***½}

[N: Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Contenuta]

(-½): Un ambizioso crocevia di generi, che non riesce comunque a scrollarsi di dosso gli influssi della musica leggera dell’epoca. Con un seguito avrebbero potuto fare faville.

31. Goliath - “Goliath”, 1970 = {***}

[N: Inghilterra / S: Rock / D: Irrisoria]

(=): Un debutto vivace che, pur tenendosi lontano dalle smaliziate sperimentazioni dei circoli progressivi, riserva qualche piacevole sorpresa.

32. Fusion Orchestra - “Skeleton in Armour”, 1973 = {****}

[N: Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(=): Composizioni spumeggianti e ambiziose, al servizio delle agguerrite corde vocali di una cantante dalla fortissima personalità. Il primo premio era a portata di mano.

33. Fuchsia - “Fuchsia”, 1971 = {***½}

[N: Inghilterra / S: Folk Rock / D: Contenuta]

(-½): Una serena passeggiata su verdi sentieri, immersi nelle arie edulcorate di un sistema apparentemente ibrido, ma incapace di variare davvero il proprio suono.

34. Twenty Sixty Six and Then - “Reflections!”, 1989 = {****}

[N: Germania / S: Hard Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(=): Lo smarrimento dei nastri originali ha determinato la realizzazione di una raccolta di versioni premature, crude e dilatate. Ciò che è perduto in avvenenza è guadagnato in vigore e arditezza.

35. Jan Dukes de Grey - “Mice and Rats in the Loft”, 1971 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Acid Folk / D: Ragionevole]

(=): Una vecchia soffitta gremita di minacciosi roditori, botti di vino inacidito, chilometrici rotoli di stoffa da vendere, polverosi barattoli di marmellate psicotrope e tanta, tantissima inventiva.

36. Tomorrow's Gift - “Tomorrow's Gift”, 1971 = {***}

[N: Germania / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(-1): Un impasto di idee valide ma confuse, una spolverata di futili virtuosismi, un pugno di tracce ben costruite e un cantato pseudo-inglese terribilmente indigesto. Consumare con moderazione.

37. Charles Dickens - “The Posthumous Papers of the Pickwick Club”, 1836 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Romanzo Satirico / D: Contenuta]

(=): La più efficace terapia contro i mali dell’animo, insieme agli scritti di Seneca e gli insegnamenti di Socrate. Incarnazione letteraria di una meravigliosa terra grigia e rosa.

38. Ikarus - “Ikarus”, 1971 = {***½}

[N: Germania / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(-½): Moralismo all’acqua di rose, decantato con misera eloquenza, ma irrobustito da una generosa infusione di jazz rock proveniente dalle limpide sorgenti inglesi.

39. Robin Hobb - “Assassin's Apprentice”, 1995 = {****½}

[N: Stati Uniti / S: Romanzo Fantasy / D: Contenuta]

(-½): Pur non potendo ambire alle vette dell’Olimpo letterario, questa saga segna una rivoluzione nella propria abusatissima categoria. L’umanità disarmante di Fitz rade al suolo ogni stereotipo.

40. Dark - “Round the Edges”, 1971 = {****}

[N: Inghilterra / S: Hard Rock / D: Contenuta]

(=): Un elettrizzante salto temporale. Un vortice che proietta all’istante nel fermento di un decennio agli albori, ricettacolo di eventi d’inimmaginabile portata.

41. Ragnarök - “Ragnarök”, 1976 = {****½}

[N: Svezia / S: Folk Jazz / D: Contenuta]

(+½): Perdersi nel buio di una notte infestata da spettri del passato e dubbi laceranti. Musica foriera della tenue speranza di redenzione che alimenta un solitario viaggio alla riscoperta di sé.

42. Panthéon - “Orion”, 1972 = {***}

[N: Olanda / S: Jazz Rock / D: Contenuta]

(=): La morbida linea del tramonto disegna un paesaggio familiare ma disadorno, tinteggiato da una nutrita gamma di rilassanti toni pastello. Sonorità affabili, ma la noia è dietro l’angolo.

43. Karda Estra - “The Age of Science and Enlightenment”, 2006 = {****}

[N: Inghilterra / S: Neo Classica / D: Contenuta]

(=): Una quieta melodia, posseduta dalle gotiche rimembranze di fantasmi ottocenteschi; simile a un raggio di sole che sbircia nei quieti penetrali di una cripta ammantata di edera.

44. SixNorth - “Prayer”, 2003 = {****}

[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(-1): Una calorosissima ode ai leggendari cavalieri dell’Ordine di Canterbury. Grazia e trasporto in abbondanza per un amalgama di tradizioni che fatica a trovare una propria identità.

45. Robert Wyatt - “Ruth Is Stranger than Richard”, 1975 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Ragionevole]

(-1): L’ottimale varco d’accesso a un universo parallelo in cui tutto è più intenso, più sincero e più reale. L’anticamera di un tempio, edificato in onore della sensibilità umana, da un autentico Maestro.

46. KBB - “Four Corner's Sky”, 2004 = {*****}

[N: Giappone / S: Jazz Rock / D: Oscillante]

(+1): Una straordinaria scalata verso la sommità dei pilastri del cielo. L’emozionante ascesa di un implacabile violino, gestito dalla mostruosa perizia di uno dei moderni eroi del mondo progressivo.

47. Will-o-the Wisp - “A Gift for Your Dreams”, 2006 = {****}

[N: Grecia / S: Rock Psichedelico / D: Ragionevole]

(=): Visioni distorte e trasognate, in cui arcani rituali di streghe e conturbanti sagome di alberi secolari, si nascondono nei vapori di misture dall’aroma delicato, preparate con inconsueta solerzia.

48. Happy the Man - “Happy the Man”, 1977 = {****}

[N: Stati Uniti / S: Jazz Rock Sinfonico / D: Contenuta]

(-1): Motivi carezzevoli e funambolismi tastieristici, lambiti da un jazz accomodante e spoglio del tipico sarcasmo d’oltreoceano. Un connubio dal sapore dolciastro e non sempre proficuo.

49. Pochakaite Malko - “Laya”, 2004 = {****}

[N: Giappone / S: Avant Jazz Rock / D: Oscillante]

(=): Una delle numerose formazioni stravolte e dirette verso gloriosi apici di temerarietà dalla spinta formidabile del più intrepido violinista del Sol Levante.

50. National Health - “Playtime”, 1979 = {****}

[N: Inghilterra / S: Canterbury Jazz / D: Oscillante]

(=): I differenti aspetti di una sfaccettata realtà, indagati e riproposti dal vivo da un’inedita formazione. Sinergiche imprese di spiriti indomiti, trasmesse ai posteri con mezzi di fortuna.

51. Henry Cow - “Unrest”, 1974 = {****½}

[N: Inghilterra / S: Rock in Opposition / D: Cospicua]

(+½): L’erma bifronte che domina l’atrio di un occulto santuario. Scolpito dai padri fondatori della Confraternita Oscura per scavare nella coscienza degli iniziati ed osservarne l’effettivo potenziale.

52. Yezda Urfa - “Boris”, 1975 = {*****}

[N: Stati Uniti / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]

(=): Una cima impervia, incisa da una bandiera diversa dal solito. Un idillio ben presto sfatato dalla crescente dipendenza verso le teorie di un Gigante di tutt’altro spessore, sia di nome che di fatto.

53. Diagonal - “Diagonal”, 2008 = {****½}

[N: Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(+½): L’anima stessa del Progressive trasmigra nel respiro incendiario di un dragone iridescente, scaraventando nell’oblio tutti gli sprovveduti avventurieri che davano la sua nobile razza per estinta.

54. Forgas Band Phenomena - “Soleil 12”, 2005 = {****}

[N: Francia / S: Jazz Fusion / D: Ragionevole]

(=): Un cocktail eufonico, sorseggiato osservando prati fioriti e fanciulli che giocano sotto la torrenziale pioggia dorata di un sole assai splendente.

55. Pekka Pohjola - “Visitation”, 1979 = {****}

[N: Finlandia / S: Jazz Fusion / D: Contenuta]

(=): La germinazione di semi orchestrali piantati con cura e parsimonia. Abilità e sentimento stretti insieme dal caldo abbraccio di un jazz sinuoso, dotato di un irripetibile senso della misura.

56. Steve Hackett - “A Midsummer Night's Dream”, 1997 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Classica / D: Ragionevole]

(=): Ali sonore plasmate dal nume tutelare della chitarra classica, gentilmente offerte allo spirito della più deliziosa favola shakespeariana, per un volo incantato che trascende ogni razionale considerazione.

57. Skywhale - “The World at Minds End”, 1977 = {****}

[N: Inghilterra / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(=): Una spedizione verso le selvagge frontiere della mente, per ammirare le acrobazie di mastodontiche balene volanti, in un surreale ma adrenalinico spettacolo, che non avrà alcun seguito.

58. The Shiver - “Walpurgis”, 1969 = {***}

[N: Svizzera / S: Blues Rock / D: Irrisoria]

(=): Uno di quei tipici casi in cui la confezione è migliore del contenuto. La prima copertina del padre di Alien cela un blues modesto, irradiato però dalla presenza di una traccia essenziale. Peccato sia una cover.

59. Asturias - “Marching Grass on the Hill”, 2006 = {***½}

[N: Giappone / S: Neo Classica / D: Contenuta]

(-½): Un flusso ininterrotto di note dolci come il miele. Malgrado la formula acustica, l’esasperata emotività della scena sinfonica giapponese rimane sempre distintamente percepibile.

60. King Crimson - “The Night Watch”, 1997 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Rock Cremisi / D: Oscillante]

(=): Il Consiglio Reale di Sua Maestà e dei suoi valenti generali, dipinto con maestria su una tela oscura e ricca di fascino. Leggi di un governo illuminato, proposte dall’ineffabile saggezza dell’unico vero Re Filosofo.

61. Cos - “Postaeolian Train Robbery”, 1974 = {****}

[N: Belgio / S: Jazz Rock / D: Ragionevole]

(=): Le capriole vocali di un’incantevole acrobata del canto, circondate da una variopinta coreografia di spumeggianti artifici. Una felice combinazione, riproposta due anni dopo con immutato successo.

62. Höstsonaten - “Höstsonaten”, 1997 = {***½}

[N: Italia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]

(-½): Una lunga galoppata attraverso scenari nostalgici, nei quali riposano i ruderi di un indelebile passato. Itinerario certamente suggestivo, ma potrebbe fare a meno di diverse tappe.

63. Van der Graaf Generator - “Godbluff Live 1975”, 2003 = {*****}

[N: Inghilterra / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(=): Gesta immortali, intraprese da un drappello di crociati, in avanscoperta oltre i fari che scrutano le coste del mondo conosciuto. Una reliquia finalmente degna di testimoniare le loro mirabili conquiste sul campo.

64. Änglagård - “Epilog”, 1994 = {*****}

[N: Svezia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]

(=): L’acme del revival eclettico. Motivi echeggianti dalle mura di gloriose città, trasformati in sinistre allucinazioni dalla malizia di un fauno misantropo, che dimora nel cuore di una foresta impenetrabile.

65. Anekdoten - “Nucleus”, 1995 = {****}

[N: Svezia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(-1): Furore cremisi iniettato nelle iridi di una bestia ciclopica, persa come non mai nel delirio della sua indole devastatrice. Il peso dei debiti contratti per ottenere una tale forza sarà la sua inevitabile rovina.

66. Viima - “Ajatuksia Maailman Laidalta”, 2005 = {***}

[N: Finlandia / S: Folk Sinfonico / D: Irrisoria]

(=): Pittoresche immagini si susseguono placidamente, come nuvole sullo sfondo di un cielo sereno. Un album illustrato di storie tradizionali, da narrare ai figli piccoli di fronte al fuoco del camino.

67. Sinkadus - “Cirkus”, 1998 = {***}

[N: Svezia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]

(=): La pretesa di catturare la tragica melanconia dei boschi limitandosi a dipingere minuziosamente labirinti alberati. Ne emerge un bel quadro, da appendere in salotto.

68. Makajodama - Makajodama, 2009 = {***½}

[N: Svezia / S: Post Rock / D: Ragionevole]

(-½): Un esperimento genetico dai folli presupposti, frenato da una robusta catena di indugi. La terribile creatura portata in vita altro non è che un interessante meticcio, bizzarro ma immaturo.

69. Wobbler - Hinterland, 2005 = {****}

[N: Norvegia / S: Rock Sinfonico / D: Ragionevole]

(=): Un manipolo di vichinghi, stanco di continue razzie, abbandona i vascelli per addentrarsi in un fiabesco entroterra, dispensatore di curiosi incontri, panorami senza tempo e tante appassionanti avventure.

70. Landberk - Riktigt Äkta, 1992 = {****}

[N: Svezia / S: Rock Eclettico / D: Ragionevole]

(=): Strazio e disillusione serpeggiano nelle nebbie di un’esistenza nauseante. Colpa e innocenza si mescolano in un filtro velenoso, preparato con una dissimulata quanto riconoscibile brama di morte.

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«The wall on which the prophets wrote
Is cracking at the seams.
Upon the instruments of death
The sunlight brightly gleams.
When every man is torn apart
With nightmares and with dreams,
Will no one lay the laurel wreath
As silence drowns the screams.

Between the iron gates of fate,
The seeds of time were sown,
And watered by the deeds of those
Who know and who are known;
Knowledge is a deadly friend
When no one sets the rules.
The fate of all mankind I see
Is in the hands of fools.

Confusion will be my epitaph.
As I crawl a cracked and broken path
If we make it we can all sit back
and laugh.
But I fear tomorrow I'll be crying,
Yes I fear tomorrow I'll be crying.
»

Peter Sinfield - “Epitaph”, 1969

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Saluta con gioia!

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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I saluti che quest'utente ha voluto ricevere
  • Stanlio
    23 apr 19
    Ti saluto con gioia!
    Son passati quasi otto anni dal tuo ultimo affaccio da queste finestre... spero tutto bene e che presto torni ad illuminarci con nuovi scritti, ciao.