"Quei figli che non ho voluto, sapessero la felicità che mi debbono!" [Emil Cioran, Confessioni e Anatemi]

"A me la vita è male." [Giacomo Leopardi, Canto Notturno di un Pastore Errante dell'Asia]

Ho scelto di iniziare la recensione su "Eraserhead "(riporterò solo il titolo inglese, perchè quello italiano mi sembra una pura idiozia) di David Lynch con queste tre citazioni di due dei miei pensatori preferiti in assoluto perchè credo che in esse si possa intravedere il senso di questo capolavoro. Ovviamente, quella che esporrò è una pura interpretazione personale, perchè, come disse il regista stesso in un'intervista rilasciata a Stephen Saban, "[...] ognuno si è fatto un'opinione diversa del senso ultimo del film. Perchè la sua natura aperta lascia spazio a diverse interpretazioni."

Innanzitutto: di cosa parla "Eraserhead"? La trama è estremamente lineare e (passatemi il termine) banale: Henry Spencer, un uomo con evidenti turbe psichiche, ha un figlio prematuro dalla fidanzata, che lo abbandona perchè non riesce a sopportare le urla del piccolo, al quale il povero Henry dovrà badare da solo. Fine. Bene, ma di cosa parla veramente il film? Qual è il significato che si cela dietro queste visioni angoscianti, queste sequenze di puro delirio onirico? Come già detto: questa è solo la mia personalissima chiave di lettura.

Secondo me, Lynch, con questo film (ma anche con il precedente mediometraggio "The Grandmother"), si pone all'interno del pensiero antinatalista. L'antinatalismo è,in filosofia, il pensiero secondo il quale la nascita è il peggior male che possa capitare all'uomo (tra i filosofi antinatalisti più importanti, ricordiamo Giacomo Leopardi, Arthur Schopenhauer ed Emil Cioran) e credo che ci siano tracce di questo pensiero nel primo lungometraggio lynchano. L'atmosfera estremamente angosciante che pervade tutto il film, frutto soprattutto di un lavoro sul sonoro che è il vero valore aggiunto al film, è il primo indizio per ricercare il senso del film nella filosofia pessimista e la reazione di Henry quando la suocera gli dice che Mary (la fidanzata) ha partorito un figlio prematuro sembra voler dire: "Pss, il senso di questo film è nell'antinatalismo". Almeno, così pare a me. Il figlio della coppia è, a dir poco, mostruoso: non ha nulla che suggerisca la sua appartenenza al genere umano. Le sue grida, che non fanno altro che aggiungere angoscia all'atmosfera già di per sè angosciosa ed opprimente, suggeriscono il suo malessere, la sua sofferenza. Altro indizio che mi ha condotto a pensare all'antinatalismo:

Nasce l'uomo a fatica,

ed è rischio di morte il nascimento.

Prova pena e tormento

per prima cosa.

Così scrive il Leopardi nel "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" e non mi sembrano ci siano parole migliori per descrivere la situazione del piccolo bimbo deforme.

Quando Mary abbandona, in preda alla disperazione, Henry, questi inizia ad avere delle visioni (se così possiamo chiamarle) di una donna con delle deformazioni alle guance che, muovendosi su un palco all'interno del termosifone (infatti ci si riferisce a questa donna "Lady in the radiator") sorridendo, schiaccia dei feti che piovono dal soffitto, come a voler simboleggiare, ancora una volta, l'avversione verso la nascita. Ed Henry ricorrerà spesso alle visioni di questa donna, come una sorta di fuga dalla realtà, come se anche lui condividesse questa filosofia. Ma ormai è ossessionato dal figlio, tanto che, in un paio di occasioni, la sua testa viene sostituita con quella del piccolo prematuro. E qual è l'unico modo per porre fine alle sofferenze del figlio? SPOILER ALERT! Ucciderlo. E così fa alla fine del film. Dopodichè, ricongiunge con la sua fantasia, la Donna del termosifone. "In heaven everything is fine". Henry ora è nel suo personale paradiso. Finalmente è libero dalla realtà in cui viveva, che era una realtà caotica, senza un apparente senso. Un sogno. Proprio come disse Cioran:

Chi potrebbe sopportare la vita, se fosse reale? Sogno, essa è mescolanza di terrore e di incantamento alla quale si cede.

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