"David Lynch non è tanto sfuggente quanto enigmatico: un bersaglio mobile per chi lo intervista, un conversatore accorto che spesso dice più cose tacendo che parlando; tutto ciò è il suo inconfondibile marchio di fabbrica."

David Lynch, personaggio estremamente enigmatico e bizzarro, creatore di veri e propri incubi su pellicola, si mette a nudo in Perdersi è meraviglioso, una raccolta di interviste e articoli di giornale a cura di Richard A. Barney ed edito in Italia da Minumum Fax, in cui si ripercorre la carriera trentennale di questo regista che non è solo un regista. David Lynch è probabilmente una delle menti più creative e proteiformi dell'intero panorama artistico mondiale: regista, musicista, pittore, fumettista, quando era più giovane, designer (da qualche anno si diletta nella progettazione di mobili, alcuni dei quali sono anche stati esposti al Salone del Mobile di Milano). Ma guai a definirlo un talento eclettico: "Assolutamente no. E' solo che inevitabilmente mi occupo di cose diverse. Ho iniziato dipingendo. E come molti pittori ero in cerca di nuove sfide. Perchè non è facile guadagnare con l'arte." E chissà cos'altro ha in mente per il suo futuro.

Guardando i suoi film, ci si fa un'idea sbagliata della persona-Lynch: potrebbe sembrare un uomo completamente malato di mente e, per certi aspetti, deviato o pervertito. Ma David Lynch non è quello che traspare dai suoi film o dai suoi dipinti. L'artista-Lynch e la persona-Lynch sono due entità completamente separate, una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde. I giornalisti che hanno avuto la fortuna di intervistarlo hanno visto un ometto simpatico, giù alla buona e sempre con la battuta pronta. Ma anche una persona molto seria, quando si parla delle sue opere. Una persona i cui silenzi valgono davvero più di mille parole. Geloso dei segreti e dei significati dei propri film, cerca sempre di eludere le domande del tipo "Qual è il messaggio del tal film?", non dicendo nulla o dando delle risposte ancora più enigmatiche dei film stessi. Ma quando parla di certi aspetti tecnici, si nota una passione infinita per il suo lavoro, una passione quasi commovente.

I detrattori di questo artista assolutamente poliedrico e proteiforme troveranno delle conferme alla critica che più spesso gli viene mossa, ovvero che il suo modo di fare cinema consista nell'accostamento di scene sconnesse e senza alcuna soluzione di continuità. Ma è proprio questo suo modus operandi apparentemente senza senso a dare, paradossalmente, un senso alla sua opera, perchè il suo compito non è quello di inventare storie coerenti, ma pescare idee (ricorrente è la metafora con la pesca) e metterle su celluloide. Apparentemente sembrano sconnesse, ma in realtà non lo sono. Perchè? Beh, leggete il libro, se volete saperlo.

In conclusione, perdersi tra le parole di questo libro è meraviglioso. Perchè non è solo un libro su Lynch, è soprattutto una fonte di ispirazione per chiunque abbia un lavoro (di qualsiasi tipo) o per chi abbia un sogno che vuole realizzare. La passione che trasmette questo immenso artista con le sue parole è contagiosa e commovente.

"E' così emozionante quando ci si innamora delle idee. Non c'è molto altro a cui pensare, se non provare a addentrarsi in quel mondo ed essere fedeli a quelle idee. In un certo senso ci si perde. E perdersi è meraviglioso."

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