Alan Sorrenti-Figli delle stelle  (1977)

Dunque, il fatto è questo. Io e un mio amico d'infanzia, Ruzman, ci trovavamo in un sobborgo cementizio fuori Miami, ma parecchio fuori, a Miramar, e la sera volevamo andare in discoteca, al Cameo di Miami Beach, dove avevamo una punta con delle ragazze italiche.
Beh stavamo scannati, senza un dollaro, quando Ruz mi fà una sorpresa: mi passa a prendere con una limo blu cobalto.
Figlio di buona donna, aveva vinto ad una slot machine e trovato il dinero; così diceva lui, ma per me era un vaglia del padre.

Quindi la sua era stata  tutta una finta per farmi strippare, perché non c'è niente di peggio che trovarsi a lavare i piatti mentre tutti si divertono sotto il Sole di Miami. Ruz mi dice: "a Valé sarò diventato rasta, ma l'erba non m'ha bruciato del tutto il cervello. Ehhh  che ne dici?" Mi apre lo sportello ed entro e chi ti trovo? "Nooooo, Ruz ma come hai fatto?" Ma dove l'hai trovata, qui! a Miami! Che sorpresa...Sembra un finale alla Fellini. Ma la tipa è' Angie, non la vedevo da anni, una mia ex dei tempi dell'università..Faceva la cubista a tempo perso. Ma è sempre più bella, nemmeno rifatta, in una tutina tuxedo leopardata e trucco serale, somigliante a Cicciolina, ma più fine, pure più vera e sensuale..
"A regà, voi andate dietro, guido io fino a Miami... Ah, Valé premi il bottone sulla mensolina. Poi mi dirai. Bye ragazzi e divertitevi."

Dopo aver baciato Angie, avvinghiato a lei, la limo parte, la brezza della sera lungomare ci invade come un enorme phon tra i capelli. Spingo il pulsante e zac, sti amerecani! scende un piatto da d.j.-Technics ovvio- con un 33 giri incellofanato sopra: Alan Sorrrenti, Figli delle Stelle. Un reperto storico.

Lo tolgo dalla busta, le mani fremono, con una slaccio il reggiseno ad Angie, che guarda il disco stupita, con l'altra tiro fuori un vinile nuovo, color nero petrolifero, dal profumo che solo chi ha nostalgia dell'analogico può capire.
Il braccetto ad esse del piatto cade sui solchi come l'aratro semina il grano,  guardo per un attimo ancora la copertina che mi riporta ai festosi
disco days della mia adolescenza, quelli orripilanti delle feste delle medie, come dice Elio delle storie tese.
Parte "Figli delle stelle", io e lei ci spogliamo, e le canzoni, "Donna Luna", "Un incontro in ascensore", "Casablanca" etc.  volano stupende, una sull'altra  in un film onirico fatto di tanti ricordi, proiettato sui finestrini dell'auto. Io ed Angie, come al solito ci amiamo selvaggiamente e Ruz sembra Caronte. 

Di quella notte mi è rimasto solo un lungo flash, noi che viaggiamo su  paesaggio metropolitano notturno accovacciati su uno specchio a forma ovoidale
come nella copertina di Figli delle stelle. Mi so svegliato e ho detto Non mi svegliate,  non è che stiamo andando a Fregene eh?

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