Sotto l’anonima sigla del progetto VVV si celano nientemeno che Alan Vega dei Suicide, ovvero una delle icone dell’underground anni '70, e Mika Vainio e IlpoVaisanen, ovvero il duo finlandese dei Pan Sonic pioniere del minimalismo elettronico anni '90. Il trio, alla seconda collaborazione dopo “Endless” del '98, pubblica a tre anni dalle registrazioni datate 2002, un disco che è principalmente (e ovviamente) caratterizzato dalla forte personalità dell’ultracinquantenne cantante americano, qui in splendida forma, che con il suo consueto stile parlato/recitato/psicotico saprebbe rendere “Suicide” anche le basi delle canzoni degli 883. Di contro c’è da dire che la musica dei due scandinavi rischia seriamente di soccombere o di passare inosservata di fronte al carisma e alla forte presenza del vocalist, nonostante si possa dire che vincano la partita a distanza con il Martin Rev dell'ultimo lavoro dei Suicide “ American Supreme”.
Vega è protagonista indiscusso almeno al 70%, grazie al suo classico campionario di orgasmi, ghigni, gemiti, grida, proclami etc.; Vainio e Vainasen invece si prendono i meriti maggiori solo nella sinistra ed atmosferica “Life” e in “So Tired”, brano che con semplici punteggiature sintetiche e giochi di frequenze riempie una sensazione di vuoto davvero suggestiva per l’ascoltatore. Notevoli anche il glaciale hip-hop sintetico di “I Got Wheels, I Got Nails”, la paranoia ambient di “It Was Her Eyes”, il minimalismo industriale e abrasivo di “Sellin' My Monkeys” e la kraftwerkiana “Chrome Z-Fighter 2003”. Più banale invece il ritmo dance della title-track la cui base assomiglia a “The Power” degli Snap(!!) e l’hip-hoppeggiante “It’ s Violence”, anche se in entrambi i casi c’è sempre il cantato di Vega a salvare in corner.
Alla fine non viene proposto nulla che i tre non abbiano già fatto prima separatamente, durante la loro notevole carriera, ma si tratta comunque di un lavoro riuscito in virtù del loro indiscutibile talento e della loro classe.
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