Capita a volte di non aver nulla da fare di preciso o di impellente, come è capitato a me questa domenica mattina, e di aprire la sedia a sdraio nel retro casa accompagnato dal kindle e in mezzo allo fischiettar dei merli cercare un libro a caso e mettersi a leggerlo di buzzo buono, la scelta è capitata su questo titolo uscito per Garzanti nel 1992 (ma nel kindle ce l'ho nell'edizione tascabile Felrinelli del 2009) e chi presumesse che sitratti di qualcosa di umoristico/filosofio si sbaglerebbe di grosso, tant'è che il sottotilo è "Una riflessione su musica colta e modernità", un saggio intriso di una serie di cosiderazioni sulla musica classica o "seria", e sulla Nuova Musica contemporanea, alla luce del momento presente della modernità, o del post-moderno (boh!), devo ammettere che a me i saggi ispirano da sempre pochissima attrazione ma in virtù delle sue poche pagine (96) mi son detto: "ma sì dai se l'hai scaricato tanto vale provare a leggerlo" e così fu che passai 2 orette sotto il sole a seguire le elucubrazioni baricchiane in merito.

Il libro parla poco o nulla di Hegel ed ancora meno delle mucche del Wisconsin, a parte due considerazioni prima del primo capitolo, mentre si profonde a disquisire su come sia nata la musica "colta" a beneficio di borghesi e ceti alti e su come sia finita per diventare un oggetto di "godimento" per pochi fruitori, una sorta di altra "elite" (molto lontana dall'arte a mio modo di vedere), il tutto passando da musica tonale a musica atonale e seriale dodecafonica.

Gli ingredienti sono in ordine di apparizione (copio e incollo pari pari):

- G. W. F. Hegel

- Louis Armstrong

- Beatles

- Berio

- Sting

- Vivaldi

- Elvis

- Beethoven

- Chopin

- U2

- Arania meccanica

- Strauss

- Adorno (Teoria dell'estetica)

- rock

- jazz

- le Nozze (roduzione mozartiana)

- 45 giri

- Haydin

- Mozart

- Brahms

- Mahler

- Ravel

- Morricone

- Madonna

- i jingles pubblicitari

- Philip Glass

- Liszt

- Schönberg

- Anton Webern

- Wagner

- la sindrome di Wieck e sua figlia Clara

- Schumann

- polifonia fiamminga

- armonie bachiane

- Puccini

- La fanciulla del West

- Turandot

- Berlioz

e niente... anzi no, una volta di più questo libro ha sancito e confermato la mia poca propensione a sfogliare ed immergermi in un "saggio", da questo libro ho invece scoperto:

- Che certe mucche del Wisconsin ascoltando musica sinfonica, producono una quantità maggiore di latte pari al 7,5%.

- Che Louis Armstrong disse per quanto riguarda il jazz: "Se devi chiedere cos'è, non lo saprai mai".

- Che Giacomo Puccini nacque esattamente cent'anni e un giorno prima di me e che morì prima di portare a termine la "Turandot" (essendo un accanitissimo fumatore) per un tumore alla gola a sessantadue primavere.

il che non è poco ma neppure molto!

p.s. ehm, a chi di dovere: noto e faccio presente che nei DeGeneri manca la casella "Saggio" da spuntare.

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