La resistibile ascesa di Roberto Saviano, Giovanni Allevi, Carlo Petrini, Beppe Grillo, Mauro Corona e Andrea Camilleri.

Trocino, questo emerito sconosciuto, mi verrebbe da dire, e poi ti accorgi che proprio sconosciuto non è: giornalista 45enne del "Corriere della Sera", uno noto come spaccaossa, anche se in modo diverso da Travaglio. Ha scelto un titolo ad effetto per il suo secondo libro "Le Popstar della Cultura".

La Prefazione di Antonio Pascale e l'Introduzione dell'autore ti ricordano il gesto birichinfurbetto dell'autostoppista femminuccia impenitente, che si scopre lentamente "a coscia" e ti fà l'occhiolino, compreso lo stridio delle gomme sull'asfalto da inchiodata!

Quando un libro viene definito "originale contributo alla democrazia culturale", ti puoi fare solo una domanda: sarà anche Trocino un Uomo della Provvidenza, proprio come quelli di cui andremo a leggere vita, morte e miracoli o meglio l'ascesa verso i "piedistalli più alti della celebrità"? La domanda che l'autore si pone, neanche tanto nascosta, si riassume così: chi sono i nostri opinion maker? Forse ti verrebbe da rispondere in coro: machissenefrega! Tanto... In effetti, a questo punto, scorgi nelle foto di copertina nomi noti, idolatrati da certa massa di sinistra, ma anche di destra ed ecco che, la par condicio, ti convince sulla possibile qualità delle notizie che vai a comprare.

Si andrà a leggere vizi e virtù di sei personaggi amati/odiati non solo dal grande pubblico, ma anche dalla critica letteraria, televisiva, politica. Il lato oscuro, direbbe lord Fenner, è spiare a mò di Grande Fratello, le vite di questi signori: Saviano, Allevi, Petrini, Grillo, Corona e Camilleri, tutte insieme, così da carpirne le similitudini e le differenze. Ciò che interessa è mettere in risalto il come, dove e perché questi signori siano riusciti a diventare qualcosa di così diverso da quello che erano o che credevano di essere, in nome di chi o meglio di che cosa!

Se si esclude Saviano, per gli altri c'è veramente poco da ridere; ahimè, i nostri opinion maker sono pieni di vizi, ma a renderli viziosi siamo proprio noi: insomma siamo lo specchio delle loro anime! Vi sono passaggi veramente duri, mazzate, inframezzate da frasi come:

"Un paese che compra i libri-feticcio di Saviano per combattere la camorra e poi pippa la cocaina dei camorristi nei cessi dell'Hollywood di Milano", ha scritto compra non legge, oppure, "Fabio Fazio gran sacerdote della bontà di sinistra": nessun commento!

Di Grillo, che definisce gran comico, fà un ritratto spietato e impietoso: le urla, l'odio, la cattiveria, il suo denigrare e il suo continuo uso della parolaccia. Il suo slogan preferito è "Morte ai Vecchi"; la Montalcini è una vecchia puttana; usa il criterio estetico per annientare l'avversario, come ci fà notare Trocino, tipico del "periodo fascista". Si potrebbe continuare, ma il senso non cambierebbe. Ah, dimenticavo: Beppe ha 62 anni compiuti, proprio un giovinetto!

Per tutti gli altri: c'è da leggere, ma i toni sono più leggeri, sicuramente meno indignati.

Pag 15: (l'Italia) "Un paese che preferisce nutrirsi di uno stato di indignazione permanente, piuttosto che provare a cambiare lo stato delle cose".

Non facile concludere il commento di un saggio ed infatti mi limiterò a trasmettervi un dubbio: durante tutta la lettura ho avuto la sensazione del deja vu, mica codesto Trocino ha copiato dai commentatori di DeBaser? Chissà, a però!

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