Questa commedia del 1941 è un film unico per più di un motivo.

  • È l’unica vera incursione di Hitchcock nella commedia pura: niente omicidi, misteri o complotti, solo le vicende sentimentali di una coppia
  • È il penultimo film girato dalla sublime Carole Lombard e l’ultimo a uscire in sala prima della sua prematura scomparsa
  • È una delle ultime autentiche screwball comedies, quel genere raffinato e brillante che metteva in scena personaggi dell’alta società coinvolti in trame assurde, romantiche e ironiche, ma mai stucchevoli.

Il termine “screwball” viene dal baseball e indica una palla che devia in modo imprevedibile. Così erano queste commedie, inconsuete eppure perfettamente orchestrate. Un genere mai davvero apprezzato in Italia, forse perché troppo sofisticato, non allineato con il gusto per una narrazione più ruspante. Eppure, sotto i lustrini dell’alta società, c’era spesso un’anima progressista: le donne erano intelligenti, volitive, ironiche e avevano regolarmente la meglio su uomini più ingenui, facilmente manipolabili, ma comunque “gentiluomini”.

La trama è esile, come spesso accade nel genere: Ann e David Smith, sposati da tre anni, vivono una relazione ancora burrascosa e passionale. Dopo un litigio e l’ennesima riconciliazione, Ann chiede a David se, potendo tornare indietro, la risposerebbe. David, con sincerità brutale, risponde di no. Quello stesso giorno, i due scoprono per caso che il loro matrimonio non è mai stato legalmente registrato.

Inizia così un gioco di inseguimenti e ripicche, in cui David cerca goffamente di riconquistare Ann, mentre lei considera tutti i motivi per cui stare con lui non sia poi così desiderabile.

Per quanto leggera, la trama tocca un tema tutt’altro che frivolo: la disillusione che può insinuarsi dopo anni di convivenza. Ma il film resta in superficie, senza indagini psicologiche o svolte drammatiche. Robert Montgomery è perfettamente a suo agio nei panni del marito confuso, e Carole Lombard sembra nata per recitare questo tipo di ruoli: ironica, magnetica, luminosa. Il film fu anche un successo commerciale, segnando il ritorno della Lombard alla commedia dopo alcuni ruoli drammatici.

Cosa non funziona per uno spettatore contemporaneo, anche amante del genere? Di certo, non è l’Hitchcock che ci si aspetta. Ma anche immaginando il film girato da un altro regista, la commedia non riesce mai a decollare davvero. A parte una deliziosa scena ambientata in una bettola malfamata - l’unico momento in cui si tocca il vero potenziale del film - il resto è solo moderatamente divertente, senza mai raggiungere le vette di capolavori come My Man Godfrey o l’ineffabile Nothing Sacred.

A mio parere, resta comunque una commedia più riuscita di The Trouble with Harry, grazie a un cast più affiatato, una trama più compatta e soprattutto quella velatura di nostalgia che colpisce con forza: nostalgia per Carole Lombard, brillante cometa del cinema, scomparsa troppo giovane, e per un intero genere spazzato via dalla guerra, sostituito da una cinematografia sempre più cupa, che tuttavia avrebbe dato origine a uno dei suoi generi più affascinanti: il noir.

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