Da non confondersi con Sabotage del 1936, girato in Inghilterra, Saboteur (1942) è un film già pienamente immerso nelle atmosfere americane e rappresenta un capitolo significativo nella filmografia hitchcockiana. Considerato un titolo "minore", resta tuttavia interessante perché anticipa e tocca temi che il regista svilupperà magistralmente in opere successive.
Il tema del sabotaggio – particolarmente scottante in tempo di guerra – è al centro della vicenda. Barry Kane, operaio in una fabbrica di aerei, viene ingiustamente accusato di aver causato un incendio in cui muore il suo migliore amico e collega. Come da copione hitchcockiano, Kane – giovane e innocente – fugge e trova l'aiuto dell'inevitabile bionda, Patricia, prima diffidente e poi convinta sostenitrice.
La trama si arricchisce di momenti ironici e iconici: l'ammirazione per lo sconfinato paesaggio americano (deserti, montagne, grandi spazi), l'incontro quasi affettuoso con un gruppo di circensi che richiama bonariamente il film “Freaks”, la scena dentro un cinema. Ma è soprattutto la scoperta che parte della buona società newyorkese è complice dei sabotatori a rivelare uno dei temi più inquietanti del film: il nemico interno, apparentemente rispettabile che minaccia la sicurezza nazionale.
Gli appassionati di Hitchcock riconosceranno echi di Notorious e soprattutto di North by Northwest. Quest'ultimo sembra già prefigurato nella spettacolare sequenza finale ambientata sulla Statua della Libertà (simbolismo non proprio sottile), in cui Barry affronta il vero sabotatore: una scena che sarà ripresa, in Technicolor e con Cary Grant, nel finale del Mount Rushmore.
Se al film nuoce un certo tono didascalico, comprensibile vista l'epoca e l'urgenza propagandistica, gioca invece a favore la prova dei due protagonisti, Robert Cummings e Priscilla Lane, forse poco noti in Italia ma convincenti. Cummings in particolare riesce a incarnare con naturalezza la figura dell'uomo comune catapultato in eventi più grandi di lui.
Dal punto di vista tecnico, la regia di Hitchcock mostra la sua maestria nel costruire il suspense attraverso location americane autentiche, mentre la fotografia riserva soluzioni originali, a partire dai suggestivi titoli di testa ambientati nella fabbrica fino alle varie sequenze girate "on location”.
Non è un capolavoro imprescindibile, ma resta una visione stimolante per chi ama Hitchcock, il suo humour sottile e il piacere di riconoscere i semi di ciò che sboccerà nei suoi film più celebri.
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