Spesso mi capita di leggere pareri su nuove proposte musicali, ma spesso i commenti non sono mai piacevoli e si critica la non “freschezza” del lavoro proposto, che si rifà molto al sound già sentito in passato. “Già sentito e risentito”, “Sembrano la copia di tizio”, “Sembrano la copia di caio”, “C’era bisogno di questa band” e “Non ci sono più le band di una volta” sono solo alcuni dei commenti che spesso leggi quando un nuovo gruppo rilascia un disco. Già è vero che non ci sono più le band di una volta, ma se poi qualche gruppo storico rilascia nuovo materiale si critica sul perché di questa uscite e ci si chiede del perché non vadano in pensione. Morale non siamo mai contenti. Purtroppo gruppi come i Led Zeppelin, i Black Sabbath o i The Who hanno passato il testimone, ed giusto che la nostra menta si apre a nuovi orizzonti, a nuove band perché anche in questo secolo ci sono grandi band che meritano di essere apprezzate!

Come per esempio gli Alter Bridge, capitanati dal duo Kennedy/Tremonti. Il primo (secondo un mio modestissimo parere) ha avuto la “sfortuna” di nascere musicalmente in questo secolo. La sua voce è una delle più belle che il panorama musicale abbia mai avuto! Sono certo che se fosse vissuto a cavallo degli anni sessanta/settanta oggi sarebbe riconosciuto come uno dei vocalist più grandi di sempre, e poi è anche un signor chitarrista! Un artista completo! Il secondo era già famoso per aver fatto parte dei “Creed”, ma negli anni ha migliorato la sua tecnica, e oggi è sicuramente uno dei chitarristi più apprezzati.

“The Last Hero” è il quinto album degli americani, rilasciato nel 2016 a distanza di 3 anni dal favoloso “Fortress”. E’ una sorta di concept album, con la figura dell’eroe messo in primo piano. “

Un intro maestoso ci introduce alla prima traccia del disco, “Show Me a Leader”. Studiata per i live, travolge l’ascoltatore per tutta la durata del brano. Il testo poi sembra quasi puntare il dito sulle elezioni americani (all’uscita del disco Trump ancora non era stato eletto). “The Writing on the Wall” è invece un inno di protesta verso il problema del riscaldamento globale, un brano molto sentito dai nostri. “The Other Side” è la sorpresa. Ci si aspetta che possa esplodere da un momento all’altro in un classico ritornello alla Alter Bridge, ma il riff pesante è volutamente trascinato per tutta la durata del disco, lasciando spiazzato l’ascoltatore. Un brano che merita almeno 4/5 ascolti per essere apprezzato e compreso per bene. Segue la solare e armoniosa “My Champion”, messa forse di proposito dopo “The other side” per spazzare via l’angoscia lasciata dalla precedente traccia. “Poison in Your Veins” strizza di nuovo l’occhio al live mentre è con “Crade to the Grave” che i nostri toccano il punto più alto dell’album. Una ballad tra le più belle mai partorite da Kennedy e compagni. Un brano che merita solo di essere ascoltato. “The Side of Fate” ha il giusto mix di potenza e melodia con una vena quasi progressive sullo sfondo. Spazio anche alla “killer song” "Island Of Fools", dotato un riff massiccio che ci mostra il lato duro della band. La chiusura del disco è affidato alla “title track”.

In definitiva gli Alter Bridge fanno di nuovo centro con “The Last Hero” dimostrando ancora una volta di essere una grande band.

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