Cose turche! L’esotismo come sottotraccia del movimento neo-psichedelico. C’è Amsterdam in questo combo. Lungo i canali Prinsengracht e Keizersgracht. Un cantante e una cantante turchi. Strumentazione vintage, folklore e una lingua sintetica. Suoni azzurri, notturni a riempire spazi torridi, dorsali montuose, crochi bulbosi e odori d’artemisia. Un album nudo, magnetico, preumano. Nascosto e quasi anonimo. Musicisti di balera più ingegnosi (ex sodali di Jacco Gardner). Vacillamenti vocali. Cinguettii. Cantano l’Anatolia, la notte sinuosa, il contrario della solennità. Una notte turchese, non quella insoddisfacente "dove tutte le vacche sono nere". Una zona di luce dove s’incontrano tutti gli affluenti metropolitani. In un mondo ridotto all’essenziale, nella sua nuda novità. Global psych rock e turkish folk. Melodie retrò, smaniosi groove funky, tastiere analogiche gorgheggianti, saz elettrico, chitarre fuzzy, un basso rotondo. Suonano intenti folk. Diretti e garbati. Una voce carezzevole (Merve Daşdemir, vera menade), una voce ipnotica (Erdinç Ecevit). Cinque musicisti scombussolati, accalorati a servizio del bassista Jasper Verhulst. Tradiscono una felicità, non narcisistica né feticista, che è solo l’evidenza di essere. “Gece” si traduce “notte” e “giorno dorato” è traduzione letterale di Altın Gün. Un caldo chiarore serpeggia da Derdimi Dökersem e Leyla («Leyla abbi cura dei tuoi occhi / Brucerò per te / Come Keren, è nei guai per questo») a Süpürgesi Yoncadan e Yolcu. Cover mai calligrafiche -sempre nuovi gli arrangiamenti- di turkish folk, turkish psych funk e anatolian pop degli anni 70 (cioè Neşet Ertaş, Bariş Manço, Bedia Akartürk, Erkin Koray, i Moğollar). Un solo brano autografo (Şoför Bey, uno spoken word). Per una musica di fusione: psichedelia, folk pop, synth pop, funky e indie rock. Tutta d’eroica tonalità interculturale e fervore! Recita un antico proverbio turco: «Tra le cose belle, tre sono le più belle: rumore di acqua, rumore di donna e rumore di moneta». Ma, almeno per adesso, alle monete preferisco la “notte” di un “giorno dorato”.

Carico i commenti... con calma