Per Andy Bell è arrivato il momento di dare un seguito a “The View From Halfway Down”, bellissimo esordio solista di un paio di anni fa.

Lo fa con questo “Flicker”, composto da ben diciotto brani che, a detta dell’autore, sono stati composti nell’arco dell’ultimo ventennio, e che quindi coprono una forbice temporale ampissima che comprende tutte le esperienze di questo autore fin troppo sottovalutato (Ride, Oasis, Beady Eye ed il progetto elettronico collaterale Glok).

L’intento di Bell è quello di creare una sorta di “ponte musicale” tra il sé stesso più giovane e quello attuale, andando a rielaborare pezzi in alcuni casi creati a livello embrionale anche due decenni fa. Il risultato è sorprendente, e va addirittura a migliorare quanto di buono fatto col disco precedente.

Bell infatti amplia decisamente il suo spettro sonoro (invero già ricco e soddisfacente) andando a lambire territori curiosi ed inesplorati; se da una parte c’è un recupero ed un consolidamento di quanto di buono fatto finora (le pennellate shoegaze di “The Sky Without You”, “The Looking Glass” e della fenomenale “It Gets Easier”), dall’altro ci troviamo di fronte a belle ed interessanti novità, come il tuffo nel pop cristallino di “We All Fall Down”, l’ariosa psichedelia di “Riverside” ed il britpop classico di “World Of Echo”, “Way Of The World” e “She Calls The Tune” (le ultime due inizialmente concepite come pezzi per gli Oasis ma mai utilizzate dalla band).

Menzione particolare per lo straordinario singolo “Somethng Like Love”, quasi una “Vapour Trail “ parte seconda, una melodia assolutamente perfetta incastonata su di una parte strumentale di assoluta qualità.

Sin tropppo sottovalutato finora, è il momento di inserire Andy Bell tra i migliori cantautori della sua generazione, in particolar modo dopo due dischi così belli e ben fatti.

Traccia migliore: Something Like Love

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