Svedese, classe ’86, Anna von Hausswolff torna nel 2025 con il suo sesto album, un lavoro che conferma l’assoluta singolarità del suo percorso artistico. La sua carriera è la prova vivente che esiste ancora chi compone e pubblica musica per urgenza creativa e per una radicale fedeltà alla propria visione, non per inseguire algoritmi, mode effimere o l’ennesimo packaging ipersessualizzato imposto dall’industria.
Iconoclasts è un disco costruito con rigore e coraggio, un’opera che respira e si muove dentro un paesaggio sonoro vastissimo senza mai perdere l’orientamento. Il nuovo lavoro intreccia drone profondi e atmosfere ambient, un cantautorato inquieto e rigoroso, echi di folk stregato alla Swans, slanci free jazz che richiamano la furia spirituale del Coltrane di Ascension e un cuore krautrock pulsante e ipnotico. Un insieme eterogeneo che, in mani meno solide, sarebbe crollato su sé stesso.
Il miracolo è proprio qui: la capacità di far convivere tutto questo in un equilibrio sorprendente, senza prolissità, senza narcisismi, senza dispersioni. Ogni scelta musicale sembra necessaria, ogni deviazione rinforza il quadro complessivo. Il risultato è un album che procede diritto, denso, emotivamente magnetico, capace di affondare senza esitazioni nel cuore di chi ascolta.
Un lavoro maturo, potente e vivido. Un disco che non concede scorciatoie e non ne ha bisogno. Discone, nel senso più pieno del termine.
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Wecchiae
Anna si apre ad una accessibilità epica.
L’energia cosmica è aumentata a dismisura.