Annie Proulx come romanziera "comincia" a più di cinquant'anni, dopo decadi di giornalismo e brevi pubblicazioni occasionali, e questa maturità, chiamiamola così, traspare magistralmente nel suo stile di scrittura, quella combinazione inconfondibile di ironia ed empatia, lo stile secco, pungente ma capace di "aprirsi" in momenti di toccante lirismo, quando necessario. Senza dimenticare l'altrettanto inconfondibile capacità di destreggiarsi tra prosaicità e "mitologia americana", con occasionali tocchi di realismo magico, e di creare personaggi vividi, quasi più teatrali che letterari, resi spesso e volentieri indimenticabili proprio per l'apparente, immediata semplicità con cui vengono tratteggiati. Queste qualità le avevo già ampiamente conosciute e apprezzate con "Distanza Ravvicinata", il suo primo e più celebre volume di storie brevi ambientate nel Wyoming, ormai di un po' di anni fa. Recentemente, il caso ha voluto che mi imbattessi nel romanzo che le diede successo e notorietà. Acquisto a scatola chiusa, ovviamente, e un paio di rimpianti: non averlo letto prima e avere per così tanto tempo "dimenticato" da sua autrice.

In "Avviso ai naviganti" ho ritrovto tutte le caratteristiche sopraelencate, e anche il vezzo di battezzare i propri personaggi con nomi improbabili: Petal Bear, Tert Card, Billy Pretty, Wavey Prowse e via dicendo; in più, il protagonista viene menzionato esclusivamente con il cognome: Quoyle. Questo perchè ci viene presentato come un individuo goffo, molle, passivo, buono fino all'eccesso, fuori posto in una società "normale". Tuttavia, non conoscevo ancora Annie Proulx come scrittrice di romanzi, e "Avviso ai naviganti", con le sue circa quattrocentosettanta pagine, è una lettura piuttosto consistente. Consistente, inteso soprattutto come sinonimo di solida, originale, ispirazionale e fortemente evocativa, direi. Osservato da una certa angolazione, è un romanzo di formazione sui generis con un uomo sulla soglia della mezza età come protagonista, ma è anche un romanzo fortemente corale. Questo è l'aspetto forse più caratterizzante: non si tratta solo di una storia che parte da un punto A per arrivare al un punto B, "Avviso ai naviganti" è un intreccio di vicende in cui il tutto, vale a dire l'ambientazione e la comunità, prevalgono e segnano indelebilmente i personaggi singoli.

Prima di leggere questo libro, conoscevo poco o nulla di Newfoundland, o Terranova, che dir si voglia, quest'isola sulla costa atlatica del Canada, terra di pescatori, fredda, inospitale e in uno stato cronico di depressione economica. Ma la penna di Annie Proulx me l'ha resa familiare, le coste nebbiose, gli scogli, le foreste di conifere che arrivano fin quasi al mare, piccole comunità che lottano per non scomparire, e in alcuni casi già diventate fantasmi. La durezza e l'isolamento di questa ambientazione è un evidente trait d'union con il Wyoming successivamente descritto dalla stessa Proulx, ma qui c'è anche un radicato, profondo spirito di solidarietà tra gli abitanti della comunità in cui si svolgono gli eventi, cosa che nelle storie brevi di "Distanza Ravvicinata" manca del tutto, spesso con conseguenze tragiche. E Quoyle si troverà a relazionarsi con questi abitanti, relazioni che lo trasformeranno da guscio triste e svuotato a uomo in equilibrio con sè stesso e padrone della sua vita.

In un paio di occasioni, Annie Proulx sembra voler far svoltare la trama in direzioni più "definite": a un certo punto sembra voler iniziare un thriller psicologico, in un altro un romanzo giallo, ma sono "false piste", dettagli intelligentemente inseriti per aggiungere colore e particolarità alla vicenda, destinata a rimanere nel suo insieme lenta e sfilacciata, un insieme di sottotrame "annodate" tra loro; nodi e funi sono il letmotiv simbolico su cui è costruito tutto il romanzo, un leitmtiv perfettamente a tema con l'ambientazione, costantemente evocato anche nei titoli dei capitoli. Nel complesso, il mio personaggio preferito è Agnis Hamm (probabile alter ego dell'autrice stessa, ma questa è solo una mia supposizione), che dà il via al percorso di redenzione del protagonista: una figura iconica nella sua particolare combinazione di concretezza e idealismo romantico, con un passato e profondità psicologiche che in parte rimangono solo accennate; purtroppo, dal mio punto di vista, ma se Annie Proulx ha deciso così, dall'alto della sua per me indiscutibile maestria e autorevolezza, a me va bene.

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