- I Live di Telespalla N°3 -
Questo terzo numero chiude il viaggio nella 28°edizione del Roccella Jazz Festival. In questo caso vi porterò a Roccella Jonica, sede principale di questo evento. La cittadina calabra ha ospitato concerti in tre location diverse, una di queste è stata l'ex-convento dei Minimi dove si svolgevano degli incontri particolari. In cinque serate consetutive altrettanti artisti incontravano il pubblico e davano incontro ad esibizioni particolari per uno strumento solamente, quello più congeniale all'artista. Tutto questo dopo un'intervista di presentazione curata dal giornalista Maurizio Franco. Dei 5 incontri vi racconterò quello con Antonello Salis.
Il concerto di due giorni prima (quello raccontato nel N°2, per intenderci) era stato folgorante sul personaggio citato, diventato per me e per i miei due amici con cui ho condiviso questi tre concerti il Maestro Salis (calzava la definizione di Mimmo Epifani). Un secondo concerto non ci sarebbe scappato per nulla al mondo e quindi viaggetto da Reggio a Roccella (risultato: 2 ore di Statale Ionica). Alle 18:30 Salis si presenta vestito nella stessa maniera del precedente concerto: bandana, maglietta da mare e jeans. Non puoi non apprezzare un uomo che si presenta in una così iconoclasta per il contesto. L'intervista è stata normale, decisamente canonica, il cui obiettivo è stata tracciare un profilo dell'artista sui vari aspetti musicali. Dopo una mezz'oretta circa ecco il concerto vero e proprio, Salis si mette al pianoforte e comincia a suonare dimostrando tutta la sua grande abilità.
Uno stile possente, vigoroso ed incredibilmente concreto. Si punta ad un livello d'improvvisazione massimo aiutandosi con la tecnica del piano preparato che offre effetti magici ed irripetibili. Sulle corde del pianoforte vengono poste bacchette da batteria, una sbarra di metallo, un'insalatiera e molti altri oggetti. La trance che colpisce Salis letteralmente travolge l'ascoltatore, semplicemente folgorato dalla musica che riceve. Il colpo di genio deve ancora arrivare: ad un certo punto Salis si alza in piedi, con la mano sinistra suona, con la destra prende una bacchetta e colpisce con violenza l'insalatiera posta sul pianoforte. Finezza finale: prende il pezzo che si è staccato dalla rottura dell'oggetto citato, l'alza al cielo e poi lo getta dietro di sé. Volano applausi come se piovesse. A quel punto lo spettatore è già conquistato e si potrebbe finire qua ma l'esibizione continua sempre al piano preparato. 35 minuti dura tutto questo sipario, dopodiché decide di prendere in mano la fisarmonica, qualcuno dal pubblico lo esorta: "Maestro, vogliamo vedere le scintille sulla fisarmonica". Salis prende un accendino e risponde: "Questa me l'hanno prestata, se era mia le davo fuoco". Pubblico in estasi. Con la fisarmonica esce fuori tutto: lo stile, la classe e la vitalità di un musicista di grandissimo valore. Il rapporto tra uomo e strumento è quello di un marito che riesce ancora a provare gioia e piacere quando sta con sua moglie nonostante anni di matrimonio.
Alla fine il sottoscritto esce soddisfatto e giunge alla seguente conclusione, condivida da chi era al concerto con me: "Se questo lo raccontiamo agli amici a Brescia non ci credono. Vagli a dire che hai visto il Jimi Hendrix della fisarmonica!". Sono situazioni talmente belle ed assurde che non puoi tenere per te, devi condividerle con gli altri perché provi gusto a raccontarle.
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