Non mi è mai capitato di sentirmi una fontana, che sprigiona lacrime e che finisce per disintegrarsi, gettandosi al suolo in mille pezzi.

Eppure è successo. È successo ascoltando l'amore marcato nelle nuove canzone di Antony, quelle contenute in questo "Another World", breve ep di cinque canzoni che inaugura l'uscita dell'album "The Crying Light", in arrivo il 20 gennaio 2009.

È amore quello che vibra nelle note dolenti di un pianoforte ardente, avvolto nell'oscurità. È amore la voce, a volte inquieta a volte seducente di un Antony ai massimi livelli e sempre più animata, sempre più inumana, seducente, vitale.

Antony che con le sue dita grosse affonda il suo amore nei tasti di quel suo pianoforte stregato ed incantato, dolce rappresentazione di un susseguirsi infinito di tasti bianchi e neri che racchiudono emozioni intense.

"Another World", la traccia iniziale, è l'amore puro che affonda nelle orecchie dell'ascoltatore con incredibile efficacia. È la nuova "Hope There's Someone", segnata dai tasti accarezzati con grazia indicibile. È una canzone profondissima, che ferisce, che fa piangere.

Antony è uno dei pochi musicisti contemporanei, in grado di fornire ancora emozioni: ma che siano autentiche, che siano capaci di sconvolgerti la giornata con il tocco di uno strumento, capaci di contrastare le tue sensazioni contemporanee, capovolgendole.

"Crackhagen" è ancora più dolente della precedente ed entra sottopelle, ancora più in profondità, raschiando ciò che c'è sotto: il cuore, i muscoli, il sangue, l'anima. "Shake The Devil" è la vera svolta a tinte jazzy: parte con note in ralenti, che danno all'iniziale canto desolato un'importanza quasi liturgica e sacra, ma più la canzone avanza e più si viene risucchiati da un vortice oscuro e incessante. Questo vortice trascina la canzone in un tripudio di percussioni e trombe, su cui la voce ora tagliata su nuances jazz-blues, sorprende e lascia letteralmente basito l'ascoltatore. Ci si sente spiazzati, ma riempiti: riempiti di vertiginose sensazioni di filia e morte. "Sing For Me" è l'Antony più convenzionale, ma sempre più struggente: diviso tra quelle note respirate in un cielo invernale e nevoso. Interludio emozionale che porta all'incredibile "Hope Mountain", il capogiro dell'intero ep: una poesia gettata al cielo sottoforma di lacrime, sussurrata, gettata nella carne con l'insistenza di una rosa appena schiusa.

 

Questo disco è amore. Amore puro. Amore per la musica.

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