Tra gli innumerevoli progetti concernenti l'ambient, o la musica atmosferica in generale è doveroso citare gli svedesi Arcana, dediti perlopiù ad un nebuloso connubio tra darkwave, neoclassica, medieval ed industrial.

Il qui recensito "Inner Pale Sun" (2002) è uno di quei dischi il cui titolo anticipa già lo spirito dei suoi stessi contenuti: ascoltarlo è come solcare la stratosfera bagnati dalla purezza di un'alba cerata, è abbandonarsi alla visione di un'angelica vallata pallida ed acquerellata, ed è un fiabesco girovagare notturno in silenziosi boschi alla ricerca di un pallido e fatato barlume di speranza.

Per la prima esperienza emotiva, dalle fattezze sicuramente più epiche e vertiginose, possiamo fluttuare con la fantasia nel brano di apertura "My Cold Sea", puro sfoggio di rarefatti e solenni beats industrial accompagnati da prelibate orchestrazioni, spesso affiancate da sublimi e celebrativi afflati coristici a donare quel tocco di preziosismo gotico che fa vibrare l'animo.

"Song of the Dead Sun" può essere un altro perfetto esempio di tale mitico fulgore, anche se l'atmosfera si abbandona a toni più decadenti e meno magniloquenti; non per niente l'andatura dell'album si mantiene varia e fantasiosa nello sviluppare e condensare le atmosfere, nonostante la monolitica caratura elettronica che, alle volte, risulta forse fredda e distaccata (come ad esempio nella squillante e marziale "We Rise Above").

Per quanto riguarda la seconda prospettiva, ovvero quella contemplativa, la prima cosa da fare è accogliere l'arcano candore di "Closure", un'angelica ninna nanna che rasenta il new age più rilassante e meditativo, mentre "Innocent Child" risulta sì un brano gradevole da filtrare con la nostra fantasia, ma forse anche lievemente statico e privo di un particolare mordente.

Se invece si parla di oscurità e di atmosfere decisamente più introspettive, senza però sconfinare in soffocanti e palpabili miasmi ma accarezzando semplicemente la foschia notturna, allora "Lovelorn" è il protagonista principale: con quel suo andamento teso e contenuto e con i suoi luccicanti rintocchi di tastiera paragonabili ad erranti lumi di lucciola, è il perfetto soundtrack per un vagabondaggio senza meta nell'aspra vegetazione di un bosco senza luce e senza voci.

"Inner Pale Sun" è un disco sicuramente non difficile da ascoltare, ma va accolto con lo spirito giusto e, come di consueto per tutta la musica atmosferica in generale, con la giusta dose di attenzione. Per chi vuole catapultarsi nei misteri di altre epoche e di altri luoghi o, più semplicemente, per chi vuole provare il semplice ed estatico piacere di sognare.

Carico i commenti... con calma