Me lo ricordo Armando Piazza, era nei racconti dei miei cugini più grandi che mi parlavano di questo strano cantautore. Vendeva i suoi dischi ai concerti dei maggiori complessi rock che venivano a suonare nella nostra bella Partenope che durante i primi anni settanta, a dispetto dell'iconografia nazionalpopolare a base di mare, pizza e mandolino, era una fucina di artisti alternativi.

 Ero troppo piccolo per capire cosa significasse una ballata acusticamente acida, credevo si riferissero a qualche cosa andata a male mentre mi rigiravo tra le mani la copertina di un disco come "Second Contribution" di Shawn Phillips che, abitando in quegli anni a Positano, era da noi osannato quanto in America sconosciuto. Ma Shawn aveva lunghi capelli biondi che gli scendevano sulle spalle e la sua barbetta me lo faceva immaginare come Gesù Cristo (anzi per me era proprio Gesù Cristo). Armando invece era un ragazzo come tanti che portava i capelli freschi di barbiere pettinati con la riga di lato e mi chiedevo cosa cazzo c'entrasse con Shawn.

 La risposta era in due dischi venduti anche tramite le riviste dell'epoca come Ciao 2001. Del resto l'etichetta era una locale Beautiful Black Butterfly che pubblicava anche gli Showmen da cui si staccherà Elio D'Anna per passare agli Osanna. Ho ancora una musicassetta del secondo disco che Armando pubblicò nel 1973: "Naus"... e non vi nascondo che dopo tanti anni mi fa ancor piacere riascoltare quell'intro slide della chitarra che sembra ripreso da  Ry Cooder (che proprio in quel periodo debuttava come solista). Un disco che, come il precedente "Suan", era fatto di chitarre senza spinotti da attaccare alla corrente ed atmosfere psychofolk acustiche  suggerite dai gruppi del progressive che a Napoli andavano alla grande in quegli anni d'oro.

 I sette minuti di "Sleep Away" sono come una ninna nanna acida per chi ha bisogno di dormire per le troppe notti in bianco trascorse a rincorrere sogni  a cinque dimensioni, le chitarre acustiche di Shawn accompagnano la voce indolente di Armando mentre Toni Esposito mette in campo il suo armamentario percussivo nella strana e psichedelica  jam finale di un collage di voci sovrapposte.

  Mi piace pensare che l'arpeggio di " A Mother Lament" potrebbe essere stato preso in prestito da John Martyn per il suo magnifico "Solid Air" appena l'anno dopo l'incisione di Armando! No dai, non è possibile che il grande guv'nor sapesse dell'esistenza di Armandino, curvo sulla chitarra proprio come lui a riempire i solchi con le atmosfere ovattate di "White Lady Blue", con il sassofono a la Van Der Graaf per regalarci renderci una fusion dalla pasta dolce frullata dal tappeto percussivo di Toni. E' invece il flauto alla Mc Donald dei primi King Crimson che invece caratterizza la lunga " Sing a Song" mentre "The silence has closed your eyes and the door" è più mossa e nervosa per la tensione accumulata negli assoli incrociati dei due sassofoni.

 Insomma non avevi una gran voce Armando, anche in "Wake Up" più che le corde vocali fai vibrare quelle del cuore al ricordo di quei tempi fatti di partecipazione, condivisione, spinello, amore libero e amicizia, roba che oggi in questi tempi esasperati fa sorridere. Non so che fine hai fatto ma che Dio ti conservi.

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