Guardi quelle montagne sulla copertina e ti chiedi cosa nascondano, se, una volta superate, ci sia il baratro, il precipizio, magari l'infinito di leopardiana memoria. Non ci è dato di saperlo, occorre affidarsi all'immaginazione.

"Amber", secondo lavoro degli Autechre, è un disco dagli spunti mistici, dove la techno ambientale della band sfiora la trance e l'ipnosi, dove soffusi battiti elettronici si incrociano a tappeti musicali suggestivi, evocativi.

L'abisso di "Foil", l'andamento regolare di "Slip", la maestosità di "Piezo", l'inquietudine di "Further": nel disco questo ed altro, con picchi emotivi di rara intensità.

Un lavoro profondo e sentito, più sospeso del capolavoro "Tri Repetae" (dove l'integrazione tra ritmica e melodia sarà perfetta), ma di gran lunga superiore alle ultime prove dei due inglesi, cacofoniche e pretenziose.

A conti fatti, mi piace pensarli ancora dietro quella montagna, gli Autechre, "...che da tanta parte de l'ultimo orizzonte il guardo esclude".

E il naufragar c'è dolce in questo mare.

Elenco tracce e samples

01   Foil (06:04)

02   Montreal (07:15)

03   Silverside (05:31)

04   Slip (06:21)

05   Glitch (06:15)

06   Piezo (08:00)

07   Nine (03:40)

08   Further (10:07)

09   Yulquen (06:37)

11   Teartear (06:45)

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Altre recensioni

Di  ciaopimpa

 Questo è il loro disco in cui riesco a riconoscermi di più.

 Un suono continuo, a suo modo magmatico che si stende come un tappeto su cui poggiano i restanti suoni.


Di  Untilted

 Questo è ciò che generalmente viene definito Genio. Questa è la sperimentazione. Questa è l’elettronica.

 Con l’avvento di ‘Amber’ si delineano i canoni di un sound distintivo che ha influenzato oltre vent’anni di musica elettronica.