I padri fondatori del blues (in tutte le sue varie declinazioni), Lead Belly, Blind Lemon Jefferson, Charley Patton e Robert Johnson, capi scuola dei grandi bluesman americani “amplificati” Howlin´ Wolf, Maddy Waters, Buddy Guy e Freddy King, sarebbero stati molto orgogliosi se avessero potuto ascoltare la Blues Incorporeted Band mentre si esibiva al club Marquee, al numero 165 di Oxford Street a Londra.

Il super gruppo fondato da Alexis Korner e Cyril Davies, tra la fine degli anni ´50 e la prima metà dei ´60 è stato il nucleo embrionale del blues elettrico britannico. Una vera e propria nursery che nella sua line-up ha visto l´avvicendarsi dei giovanissimi e agguerriti: Jack Bruce e Ginger Baker prima dei Cream, ma anche di Jagger, Richards, Watts e Jones prima dei Rolling Stones, ancora di Robert Plant e Jimmy Page prima della leggenda Led Zeppelin, senza dimenticare John Mayall e i suoi Bluesbreakers.

Proprio nella mutevole formazione dei Bluesbrakers, per la precisione quella selezionata da Mayall per il secondo album in studio “Hard Road”, insieme al chitarrista Peter Green e al bassista John McVie, si fece notare il talentuoso batterista di Liverpool Aynsley Dunbar, che aveva esordito a sua volta con Alexis Korner.

La sua tecnica era cosi particolare che Jeff Beck la definì: “… come il ritmo dei lavoratori nel profondo sud degli Stati Uniti”, e proprio per questo lo chiamò nel suo nuovo gruppo insieme a Rod Stewart e Ron Wood. Ma questa esperienza risultò di brevissima durata perché il giovane Aynsley mal sopportava restare imprigionato nel rigido schema della musica blues, e voleva suonare in modo molto più libero dagli stilemi del genere.

The Aynsley Dunbar Retailation” è il suo primo album in studio, prodotto nel 1968 da John Mayall e pubblicato dalla Blue Thumb Records (BTS 4).

La formazione vede al fianco di Dunbar la partecipazione di: Victor Brox Cornopeon, dotato di una voce particolarissima e in grado di fornire un contributo determinante anche alla chitarra ritmica, organo e fiati; inoltre, di John Moorshead alla chitarra solista e voce; infine di Alex Dmochowski al basso.

Sul lato A si parte col brano "Watch'n Chain" che inizia con un tom-tom risonante e con il ticchettio del rullante leggermente spazzolato, per poi continuare con un groove di percussioni molto coinvolgente. Improvvisamente, si aggiunge un coro di fischi e di voci, e mentre il gruppo esegue il brano come se fosse un canto di lavoro, Victor Brox canta il testo con grande trasporto, con il controcanto degli altri ragazzi. Squisita composizione blues call and response.

"My Whiskey Head Woman" è un blues lento e molto morbido, che si apre con un assolo di cornetta del versatile polistrumentista Brox, che non ci si aspetterebbe in un album di questo tipo. Subito dopo l´assolo di Brox si inserisce Mooreshead che con uno squisito fraseggio suona le classiche dodici battute di chitarra blues. In secondo piano Dunbar lavora di piatti e batteria che è una gioia per le orecchie.

"Trouble No More" non assomiglia al brano registrato nel 1955 da Muddy Waters, piuttosto presenta delle assonanze stilistiche con "Woke Up This Morning" di B.B. King. Si tratta di una rumba in 12 battute che si trasforma in uno shuffle. Dunbar propone uno schema di rumba più fantasioso rispetto agli altri musicisti che lo hanno interpretato, facendolo risultare un pezzo piacevolmente diretto, bello e ben suonato.

"Double Lovin" è una delle gemme di questo album e, probabilmente, anche di tutto il British Blues. Il brano, scritto da Brox e Mooreshead, è un blues lento e molto rilassato, con un'insolita sequenza di accordi per il genere blues. Dunbar usa le spazzole sul rullante in modo quasi sinuoso, mentre Brox contribuisce con la sua delicata chitarra acustica ritmica e la sua splendida voce densa e vellutata, esaltata da un delicato riverbero. Mooreshead in questo pezzo brilla su tutti gli altri, con un assolo di chitarra di tale eleganza e bellezza da rivaleggiare alla pari con quelli di Clapton e di Green.

"See See Baby" è la versione rock blues dello standard "See See Rider", registrata da sua Maestà “Elvis the Pelvis” Presley. Originariamente registrato come un blues lento da Ma Rainey a metà degli anni '20, nel tempo ha subito numerose rielaborazioni nei diversi stili del blues da parte di grandi musicisti come Big Bill Broonzy, Lead Belly, Ray Charles e Peggy Lee. Anche in questo caso l´esecuzione è ottima per la bella pasta vocale di Brox e per il suo barrelhouse al pianoforte, ma anche per gli eccellenti riff di chitarra di Mooreshead. Ottima anche la sezione ritmica con la batteria che fa la parte del leone, mentre il basso di Dmochowski risulta registrato troppo in secondo piano, privando il pezzo di parte della sua intensità.

L´ultima traccia del primo lato è "Roamin An Ramblin". Victor Brox è l´autore di questo shuffle al pianoforte, che presenta un insolito turnaround che cresce fino alla terza bemolle. La voce è raddoppiata, cosa piuttosto insolita nella musica blues. Ci sono, inoltre, alcune accentuazioni ritmiche che risultano molto creative e gradevoli.

Sul lato B troviamo "The Sage Of Sydney Street". Il compositore di questo brano è sconosciuto. Si tratta di un bel fraseggio tra il basso di Alex Dmochowski e la batteria di Aynsley.

Il pezzo "Memory Pain" è una cover del pezzo che Percy Mayfield, registrò per la Specialty nel 1953. Aynsley e i ragazzi della band registrarono la loro versione come un blues lento. La voce di Brox è splendida, con un tono che appare quasi torvo, richiamando molto l'atmosfera di "Warning”, il singolo di debutto dei Retaliation, che fu reso celebre dalla cover dei Black Sabbath, presente nel loro primo omonimo album del 1970. In questo brano c'è un assolo di chitarra di 24 battute molto lineare di John Mooreshead e, dopo una commovente strofa con la sua voce sottile e incisa, Victor Brox ci offre il suo splendido assolo di organo a canne, prima che tutto torni a calmarsi. La band trattiene tutta la sua potenza, fino all'ultima strofa, quando tutto va in crescendo con un impeto esplosivo. L´atmosfera di questo brano è cosi suggestiva che i Thin Lizzy ne fecero una loro versione nel 1981.

Si chiude con “Mutiny”, pezzo di oltre 7 minuti, caratterizzato, oltre che da un grande riff di chitarra di Mooreshead, soprattutto da uno straordinario assolo di batteria di Aynsely che qui esplicita tutta la particolarità tecnica del suo drumming.

La straordinaria foto sulla cover è frutto del brainstorming dei graphic designers Storm Thorgerson e Aubrey Powell (coadiuvati dal fotografo Peter Christopherson) deus ex machina della mitica Hipgnosis, lo studio che tra, la fine dei ´60 e per tutti i ´70, ha prodotto alcune delle copertine più leggendarie della storia del rock, come quelle per i Pink Floyd, i Led Zeppelin, ma soprattutto quella da urlo per il secondo album (1978) da solista di Peter Gabriel, meglio conosciuto come Scratch.

"The Aynsley Dunbar Retaliation" è uno degli album di esordio più fulminanti del british blues. La sua atmosfera lenta e rarefatta, quasi sospesa nel tempo, lo rende una interpretazione del blues elettrico originale e raffinata. Resta ancora oggi un disco straordinario, dove blues, jazz e psichedelia si fondono in una miscela unica e memorabile.

Dopo lo scioglimento dei Retaliation, avvenuto nel 1970, Aynsley Dunbar continuò la sua brillante carriera suonando con musicisti come Frank Zappa e The Mothers of Invention, David Bowie, Lou Reed e Jefferson Starship.

Cosa si può volere di più dalla musica?

Buon ascolto dal vostro DJ.

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