Primo fatto strano è che dei tizi aprano la loro carriera musicale con un album dal titolo "Bets Of".

Secondo fatto strano è che stia DeBaserizzando una band francese, parigina per l'esattezza. Lo preciso perchè dai gol di Wiltord e Trezeguet all'Europeo (ero novenne) ho capito che coi francesi non avrei mai avuto grande empatia.

Terzo fatto strano, legato al secondo: questi pur essendo di Parigi sembrano cresciuti nello scantinato di John Dwyer o del buon Ty Segall. E si sente che sono anche amanti platonici di Nathan Williams, Jay Reatard e compagnia. Fanno parte di una scena musicale ben precisa ma sono fisicamente in altro luogo.

Ed ecco che all'ascolto tutte le stranezze collimano: il loro esordio è una pura celebrazione del surf/garage/punk/fuzz del nostro decennio in declino. Si sono formati alla scuola del cazzeggio più duro, con anni di vasche in skate, di sessioni di videogiochi infinite (dai video si nota questa predilezione), di perdite di tempo in negozi di vestiti hipster, in negozi di dischi hipster, in locali pieni gente coi baffetti all'insù, tatuaggi anche nelle pupille, calzoncini da acqua alle ginocchia etc etc etc. Probabilbmente si credono dei fichi senza senso, ma come tutti noi sono vittime dell'estetica di questi anni... Eh vabbe. Anche se va notato che il gusto del trash è innegabile e per quel che penso gli fa guadagnare diversi punti: quando il fancazzismo raggiunge certe vette è ammirabile.

Invece la questione musicale è tutt'altra cosa: hanno colto lo spirito del genere che suonano e lo tramandano ai posteri divinamente: si meritano uno zero per la creatività e un dieci per la rielaborazione. Le canzoni sono tutte un susseguirsi di titoli uguali: passiamo da "Svrk Pvnk" a "Svrf Yovr Coffin', per non parlare di "Svrf Svrf", e che dire dell'originale "Svrf". Poi non poteva mancare una citazione wavvesiana - perchè solo di citazione si tratta dato che siamo a Parigi - del tema spiagge/sole/mare/vivo in costume e skate e godo/mi faccio le canne e faccio i falò con "Svmmertime". Ma che canzoni! Tutto incredibile, l'album è tutto caos e divertimento. La monotonia dei titoli è scartavetrata dall'eterogeneità delle songs. Chitarra che sgrattarella e scatarra il giusto, pesantezza giusta, surf quando serve, punk quando serve, garage negli intermezzi, batteria e basso idem, la voce è affetta dalla giusta raucedine e così via. Non c'è una sbavatura. Ultima perla di cui non si può tacere è "Covch Pizza", inno alla pizza d'asporto di altissimo livello, brano che ammicca decisamente al Mudhoney sound.

A tutti gli amanti del genere e non, consiglio una mezz'oretta di movimentato relax.

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