Buongiorno! Io sono nuovo di qui e vi presento la mia prima recensione. Vedo che c'è solo una recensione di "Darwin!", capolavoro assoluto del Progressive Italiano!

L'anno è il 1973 e il Banco pubblica il suo secondo album dopo l'omonimo, questa volta un concept basato sul tema dell'evoluzione. L'album si apre con "L'evoluzione", traccia lunga poco meno di 14 minuti, in cui Di Giacomo dice come la pensa sulle origini dell'uomo. Le tastiere dei fratelli Nocenzi si fanno sentire. Il pezzo si divide sostanzialmente in due parti. Nella seconda Di Giacomo si chiede se noi discendiamo d uomini, come la religione dice, o da quadrumani. Il tema della prima viene ripreso alla fine. La seconda traccia è "La conquista della posizione eretta", per lo più strumentale e lunga più o meno 10 minuti. Il testo racconta come la schiena dell'uomo si sia raddrizzata nel corso degli anni, con mille tentativi. Anche qua le tastiere dominano. Il lato A del vinile finisce qui.

Il lato B, comprendente canzoni più brevi, si apre con la leggera "Danza dei grandi rettili", che quasi vuole farci rilassare dopo i due pezzi precedenti. La traccia, completamente strumentale, si apre con il piano (quasi blues), a cui poi si affiancano gli altri strumenti. La successiva "Cento mani e cento occhi" è considerata da molti un capolavoro. Mi dispiace dirvi che non mi fa impazzire, pur trattandosi di un ottima canzone. Il CAPOLAVORO dell'album è "750000 anni fa.... l'amore?", struggente ballata di un rozzo preistorico che vede la sua amata scendere al pozzo a bere e vuole possederla. Il piano trasmette emozioni incredibili e culmina nel finale in qualcosa che non riesco a descrivere. "Miserere alla storia" è inquietante. Già dal suono delle tastiere si sente. La voce distorta, inoltre, contribuisce a rendere spaventoso il messaggio : "Quanta vita ha ancora il tuo intelletto, se dietro a te scompare la tua razza?". Chiude il disco la non eccezionale (e dal lunghissimo titolo) "Ed ora io domando tempo al tempo ed egli mi risponde... non ne ho!).

Questo disco è l'apice del Banco, non superato nè dal primo lp nè dal sopravvalutato "Io sono nato libero". Non credo di avere aggiunto niente di nuovo a quello già detto, ma ho semplicemente voluto recensire uno dei miei dischi preferiti.

Elenco tracce testi samples e video

01   L'evoluzione (14:01)

02   La conquista della posizione eretta (08:43)

03   La danza dei grandi rettili (03:44)

04   Cento mani, cento occhi (05:24)

Laggiù altri ritti vanno insieme
insieme stan cacciando carni vive
bocche affamate braccia forti
scagliano selci aguzze con furore
devo fuggire o farmi più dappresso a loro
Sulla tua canna mi offri carni
che non ho certo conquistato io con la mia forza
che gesto è questo non s'addice a un forte
la preda è vostra e dunque vostro è il grasso pasto

Di cento mani è la mia forza
e cento occhi fanno a noi la guardia
tu sei da solo
La nostra forza è in cento mani
e cento occhi fanno a noi la guardia
tu sei da solo
Tu ora se vuoi puoi andare
oppure restare e unirti a noi

E da un branco una tribù che va
da un villaggio una città
gente che respira a tempo
uomini rinchiusi dentro scatole di pietra
dove non si sente il vento
Ma la voglia di fuggire che mi porto dentro
non mi salverà
Fate cerchio intorno ai fuochi presto
presto con le pietre presto
che siano pronte taglienti e aguzze
altri mani uccideranno e ci sarà più cibo
Ma la voglia di fuggire che mi porto dentro
non mi salverà

05   750.000 anni fa... l'amore? (05:39)

Già l'acqua inghiotte il sole
ti danza il seno mentre corri a valle
con il tuo branco ai pozzi
le labbra secche vieni a dissetare
Corpo steso dai larghi fianchi
nell'ombra sto, sto qui a vederti
possederti, si possederti... possederti...



Ed io tengo il respiro
se mi vedessi fuggiresti via
e pianto l'unghie in terra
l'argilla rossa mi nasconde il viso
ma vorrei per un momento stringerti a me
qui sul mio petto
ma non posso fuggiresti fuggiresti via da me
io non posso possederti possederti
io non posso fuggiresti
possederti io non posso...
Anche per una volta sola.



Se fossi mia davvero
di gocce d'acqua vestirei il tuo seno
poi sotto i piedi tuoi
veli di vento e foglie stenderei
Corpo chiaro dai larghi fianchi
ti porterei nei verdi campi e danzerei
sotto la luna danzerei con te.



Lo so la mente vuole
ma il labbro inerte non sa dire niente
si è fatto scuro il cielo
già ti allontani resta ancora a bere
mia davvero ah fosse vero
ma chi son io uno scimmione
senza ragione senza ragione senza ragione
uno scimmione fuggiresti fuggiresti
uno scimmione uno scimmione senza ragione
tu fuggiresti, tu fuggiresti...

06   Miserere alla storia (05:58)

Gloria a Babele
rida la Sfinge ancora per millenni
si fabbrichi nel cielo fino a Sirio
schiumino i cavalli sulla Via Lattea
ma...
Quanta vita ha ancora il tuo intelletto
se dietro a te scompare la tua razza ?

07   Ed ora io domando tempo al Tempo (ed egli mi risponde: non ne ho!) (03:29)

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Altre recensioni

Di  mayhem

 «Prova, prova a pensare un po’ diverso, niente da grandi dei fu fabbricato, ma il creato s’è creato da sé»

 «La voce di Di Giacomo è splendida, riesce a creare quella magia che solo il progressive-sinfonico riesce a dare.»


Di  mojo

 Pieni espansivi, dolcissime pianole a spegnersi, cavalli al galoppo, battaglie d’organo, potenza di voce che sale, le parole dapprima una specie di “De rerum natura” a dir la nascita del mondo e poi una specie di qualcos’altro a dir la disillusione.

 Cambia tutto e non cambia niente lo sperma vecchio dei padri... il senso del mondo non si può dir meglio.