Non ci crederete ma vi giuro che, sebbene fossi in Inghilterra, non è stato facile trovare questo disco (a dire la verità non è stato facile neanche trovare qualcosa dei Bauhaus). Ebbene, ho girato senza successo molti negozi a Brighton, fino ad arrivare in un colossale Virgin Megastore, dove, manco a dirlo, c'era solo questo cd. Mi sento comunque di informarvi che prima di trovarlo, ho passato una piccola epopea. Tragicomica la scena del negozio precedente: non trovando nulla, decido di chiedere al commesso, il quale (non conosceva i Bauhaus) cosa digita sul databaser? "Bow House". Successivamente mi accertai che la mia pronuncia inglese fosse accettabile, e ne ebbi la conferma, difatti grazie all'aiuto di un commesso della già citata Virgin Megastore, riuscii a trovare questo Best Of, "Crackle" (riposto in un angolo inaccessibile e l'unico in tutto il possente negozio).

Prima di ascoltarlo sul primo stereo rimediato leggo bene il titolo: "Crackle", letteralmente "crepitio"… il nome è tutto un programma… infatti mi sembra che di questo storico gruppo siano rimaste solo poche scoppiettanti scintille che ahimé vanno consumandosi, unica luce in quel buio, che sarebbe quella miriade  di gruppi finti indie-rock che brulicano in tutta Europa.

Mi decido ad ascoltarlo. Effettivamente è ben fatto: i brani selezionati sono proprio i migliori (ad eccezione di "Crowds", ultima traccia, anche quanto a bellezza). L'inizio mi piace già: "Double Dare" è una delle mie preferite, col suo riff pesante e potente. Segue la cupa e viscerale "In The Flat Field" (non capisco chi la definisce "claustrofobica", dato che parla dell'esatto contrario). Poi la bellissima "The Passion Of  Lovers", con una batteria molto funkeggiante (nelle discoteche underground degli anni 80 fu un successone). Non poteva mancare "Bela Lugosi's Dead", col suo andamento quasi reggae(vi consiglio la recensione di DeBaser su questo singolo, a mio avviso veramente ben fatta, complimenti all'autore).

Poi una sfilza dei brani più riusciti dagli album Mask e Burning From The Inside, tra cui spiccano "She's In Parties", "Hollow Hills", "Mask" e "Kick In The Eye". La cover ben riuscita di "Ziggy Stardust" è l'ennesimo capolavoro, seguita dall'altrattanto ben riuscita "Dark Entries", vera e propria celebrazione del goth rock. Poi l'ironica (si fa per dire) "Terror Couple Kill Colonel", col suo riff semplicissimo lascia sempre il segno. "Spirit" è la canzone meno goth della migliore band goth rock. Il  risultato? Discreto. Le ultime due: i nove minuti di "Burning From The Inside" sono difficili da reggere, ma i Bauhaus mi hanno abituato a ben "peggio". Questa è l'unica canzone con incedere "noioso" che mi piaccia veramente. Se proprio si voleva mettere un sigillo… pensavo a "All We Ever Wanted"… o a traslare "Bela Lugosi's Dead", ma non "Crowds", brano a mio avviso poco rappresentativo che mi fa togliere mezza stellina… tutto sommato direi 4,5.

Tuttavia resta un lavoro veramente ben fatto, e dietro un grande lavoro c'è sempre una grande band. Mi sembra che questa sia una delle ultime pubblicazioni dei Bauhaus. Il disco fu pubblicato nel '98 per annunciare la reunion della band. Chi pensava che dopo tutti questi anni i quattro di Northampton si fossero rammolliti o inflacciditi si deve ricredere: nel live al Lignano Rock Festival si sono dimostrati più in forma che mai. Peccato, come dicevo prima, che siano stati in parte dimenticati… e mi sa che di esibizioni live in Italia non ne vedremo tante altre in futuro…

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