E' uno strambo e tetro luna park quello allestito dagli americani Beat Circus, misconosciuto gruppo Dark-Cabaret di Boston che ha da poco dato alla luce questo "Dreamland", uno sgangherato quanto suggestivo affresco circense che si muove attraverso fumose atmosfere mitteleuropee, accenni tipicamente americani di bluegrass e furie nomadi di orchestrine zingaresche.

16 pezzi, per la maggior parte strumentali, che vanno a descrivere un'imponente fila di carrozzoni colorati, domatori con le fruste in attesa dell'inizio dello spettacolo, le risate sguaiate dei pagliacci e dei giocolieri, il ruggito della tigre che oltrepassa il cerchio di fuoco e le urla dalle montagne russe illuminate che si stagliano in lontananza alla luce azzurra del tramonto.

Si parte con la folgorante "Gyp The Blood", trascinante scherzo dove i violini, il banjo e i tenebrosi sbuffi della tuba la fanno da padrone. Un treno sferragliante introduce le secche note di banjo in "The Ghost of Emma Jean", allucinata cantilena alcolica che si snoda fra gli incalzanti deliri dettati dalla voce maschile e i delicati gorgheggi femminili nell'irresistibile ritornello. E' una passeggiata serale fra i baracconi illuminati dalla luce di fiaccole ardenti, un'inquietante ombra che proviene dal retro del tendone, una processione di donne grasse, uomini forzuti, nani e belle del villaggio che ci sfiora con la sua esotica inquietudine.

Da qui in poi è tutto un susseguirsi di beffardi e minacciosi siparietti ("Hypnogogia","Lucid state","El Torero"), grottesche caricature paesane ("Delirium Tremens", a mio avviso il pezzo più riuscito del disco,"The Gem Saloon","March Of The Freaks") e inaspettati intermezzi di poetica meditazione ("Meet Me Tonight In Dreamland").

"Dreamland" è uno straordinario divertissement che non mancherà di incontrare i favori di coloro che sono pronti a scoprire il demonio che alberga sotto il trucco dei pagliacci indiavolati, degli elefanti che giocano con la palla, degli uomini dal lungo cilindro che con un megafono davanti alla bocca gridano il loro invito devastato da elettrica raucedine:

"VENGHINO SIGNORE E SIGNORI, VENGHINO SIGNORI E SIGNORE..."

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