Volevo ispirarmi al titolo di uno dei brani del recente "Ambivalence Avenue", titolato "Haikuesque", per introdurvi alla nuova meraviglia del giovane inglese Bibio, al secolo Stephen James Wilkinson. Da Wikipedia "Un Haiku è un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe. È una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni". Mi sono detto, ci provo: l'intento di condensare i contenuti di una recensione in un Haiku è stimolante nonché divertente; questo album poi, ambivalente quanto a semplicità ed ambizione, ben si presta ad essere ridotto ai mini termini lessicali, non fosse altro per sanare il mio male di stagione, la logorrea. Generare un Haiku  s'è rivelato così una gentile tortura, mitigata dal piacevolissimo ascolto di "Ambivalence Avenue", una sottile terapia che ha partorito il seguente topolino:

L'anello mancante

del suono Warp

da Aphex Twin a  Grizzly Bear

Non sapendo io sillabare l'inglese e forse manco l'idioma nostrano, conveniamo generosamente sul fatto che l'Haiku sia corretto e soprassediamo. Senza ridere, grazie, così che possa concedermi un ulteriore sforzo solo per i più prosaici tra voi.

Il fluire della musica moderna è carsico: le correnti importanti si sono inabissate tempo fa e riemergono qua e la in mille rivoli, quasi sempre infidi e limacciosi. Impraticabili da noi, spiriti avventurosi. Nella desolazione, scoprire sorgenti d'adamantina ispirazione è sempre motivo di grande soddisfazione: "Ambivalence Avenue", appunto, non sarà il nostro Nilo, ma appaga e convince pienamente anche in presenza di una manifesta e inevitabile derivatorietà: la galeotta "Haikuesque" irradia "spire d'orsali" che irretiscono dal primo ascolto e  "The palm of your wave", al secondo, è già folk intimista da antologia; la title track è un benvenuto all'Africa che avanza; "Lover's carvings" introduce i Felt ai Fleet Foxes; "S'vive" è l'essenza del glitch hip hop; "Sugarette", "Dwrcan" e "Fire ant" fermentano di pollini Aphex Twin/Global Communication/Autechre; "Jelous of roses" è sicuramente Beck captato in concerto su Marte mentre "Abrasion" l'ennesimo omaggio portato ai Beach Boys dalle nuove generazioni.

Accanto a "GOK" di Bill Wells e "Grandes Exitos" di Ariel Pink, "Ambivalence Avenue" è uno degli album giocattolo del 2009 da non mancare.

Mi rendo conto che la logorrea è ben lungi dal guarire, ma tutti i rabdomanti sono ora avvisati.

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