"Grande merda d'acciaio". Basterebbe questo indizio per capire da quale città del sud Italia provenga la giovane band Metal Big Steel Shit, e a scanso di equivoci, il gruppo si forma, registra e inizia a suonare dal 2006, ben prima che il problema ILVA/inquinamento/lavoro diventasse un problema mediatico, istituzionale, quindi tipicamente Italiano.

Il gruppo pubblica alla fine del 2012 "Shit Happens". Già affermati a livello locale e già impegnati in tour tra Germania e Olanda, a questo giro si soffermano e lasciano un'effettiva traccia (e non di merda) del loro cammino.

Nel bel mezzo tra l'alternative Metal e il Grunge 90's - con i dovuti paragoni - in pieno stile Alice In Chains, la traccia di apertura "Lard"  è un pugno nello stomaco e non lascia respiro. Di impatto tanto quanto il vocalist G.Lopriore ripesca nel repertorio lo stile di L.Staley (AIC) adattandolo ad un contesto più moderno, più easy-listening tanto quanto basta per non perdere vivacità.

Tra i vari pezzi che non peccano mai di qualità, riservo una nota a "It Barks Rage" a tratti violenta ma con un rit. orecchiabile che richiama agli ultimi Creed o A.Bridge in un contesto meno rock e più vicino al Metal.

Non mancano ovviamente riferimenti non poco velati al tema dell'ambiente "prima che diventasse fashion" come ci tiene a sottolineare la band, in "Industrial Fever". Una denuncia di una tema ormai noto, che in un modo o nell'altro, ha influenzato più di una generazione nata e cresciuta sulla costa jonica. Nonostante in questo caso il timbro vocale non incalza perfettamente col pezzo, è probabilmente tra i brani più efficaci del disco, anche per un incidere meno grunge e un sound quindi più regolare e di impatto.

Senza essere troppo prolissi, "Shit Happens " è un prodotto di buona fattura, che se pubblicato qualche anno addietro, magari negli USA, avrebbe già detto la sua in quanto è evidente che i ragazzi hanno tutte le carte in regola per poter essere incisivi in una scena come quella del Grunge/Metal che quantomeno in Italia, ma un pò in ogni dove, non vive un periodo brillantissimo.

Sperando in una effettiva valorizzazione, vi invito ad ascoltare questo impasto di metallo, o meglio di duro e massiccio acciaio.

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