Ad oltre un anno dalla sua uscita, resta ancora un mistero come l'esordio dei Bikini Atoll di Joe Gideon sia passato del tutto inosservato, perfino ai padiglioni auricolari di chi sull'indie rock di razza ha costruito spocchiosamente il suo feudo, disdegnando insofferente qualsiasi altra produzione musicale contemporanea.

Non e' quindi dell'insano revisionismo a spingere chi vi sta scrivendo a tornare sul luogo dello spettacolare delitto che risiede in Moratoria; piuttosto un divertito ma innocente senso di presa in giro nei confronti di tutti coloro che, pur aggiornatissimi grazie a riviste e webzine musicali pseudo-specializzate, si sono fatti sfuggire un album come questo, in grado di stupire con armi semplici e assolutamente non trascendentali, caratteristiche del resto rintracciabili fra la cospicua maggioranza delle opere in cima alle classifiche dei pensatori di cui sopra.

In caso di dubbi sugli artisti che hanno fatto la differenza nel sottosuolo del rock americano, in tempi di carestìa in fatto di nuovi geniacci ribelli di cui scrivere colonne su colonne, Joe Gideon avrebbe fornito fascicoli di materiale su cui indagare se solo fosse stato maggiormente visibile. Moratoria è un album infinitamente bello da ascoltare, un resoconto o summa perfetta di un rock sempre in bilico fra la carica noise dei Sonic Youth e le melodie scarne ma efficacissime in stile Velvet Underground, passando quindi anche per Television, Iggy Pop e, maggiore novità nella fusione, il post rock canadese e perché no texano dei compagni di etichetta Explosions in the Sky.

Una band che, non rinnegando le proprie influenze, trova una formula clamorosamente riuscita per un album che rasenta la perfezione in ogni singola traccia. Il cantato di Joe ci riporta nella memoria dritti fra le strade della New York di Transformer di Lou Reed, immergendosi sapientemente nella parte del nuovo cantastorie come in Black River Falls o nella progressiva Desolation Highway, una canzone sensazionale che non teme a candidarsi come una nuova Heroin. La formazione prevede inoltre: chitarra deragliante, un basso loud e lasciato vibrare, batteria non certo minimale o di mero contorno, piano ed effetti elettronici ad opera della componente femminile della band. E così ce n'è per tutti, fra sessioni strumentali ed atmosfere sognanti, o performance di alta classe che Interpol e compagnia bella hanno facilmente invidiato. Inutile proseguire negli incensamenti.

E' notizia delle ultime ore che, in compagnia di un certo Steve Albini, i Bikini Atoll hanno completato a Londra il loro nuovo album, Liar's Exit, previsto per la prossima primavera. Prenotato.

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