"Howl" è il terzo disco dei BRMC, e spiazza, non c'è, che dire. Dopo lo scialbo "Take Them On..." il trio di Los Angeles ha scelto di staccare il piede dall'acceleratore e di sfornare un lavoro tutto cuore, blues, folk e rock melodico. Il risultato è sorprendentemente spontaneo: la voce di Peter Hayes è più profonda che mai e le chitarre acustiche si intrecciano ad armoniche a bocca suonate con rabbia da folker navigato.
Lo splendido singolo "Ain't No Easy Way", le ballate folk-spiritual "Devil's Waitin'" e "Fault Line" sono da amore a prima vista, il resto è comunque di buon livello, con alti e bassi certamente. Il merito dei seguaci di Marlon Brando è di aver messo anzitutto se stessi, a nudo tra le chitarre e le voci di "Howl", lontani dallo stereotipo di rocker maledetti che rincorrono i Jesus and Mary Chain.
Bravi davvero, e, rispetto al passato tutto pelle e motociclette, davvero viscerali.
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