Sono di Los Angeles, ma non pensate a ragazzoni abbronzati che vanno in skate e decantano le gioie infinite del sole, con jeans a vita bassa e camicione hawaiane. Sono tre. Pallidi, arruffati e sempre vestiti di nero. Sembrano non uscire mai, dalle loro umide stanze e dalle loro costanti paranoie. Hanno lo sguardo allucinato di troppe notti insonni e di troppe sigarette.
Suonano una specie di garage dark, un po'malato, denominato 'shoegazer'. Canzoni che s'impastano nelle orecchie, lyrics malate se non incomprensibili, il tutto trascinato da chitarre squillanti, basso imperante e dalla forza della disperazione.
Nel loro primo album si sono divertiti a passarci tutte le loro melanconie e una buona dose di amore maledetto, in questo invece sperimentano con le chitarre distorte e con un bagaglio di dubbi esistenziali. In arrivo il terzo album. chissà... magari si sono decisi ad uscire dalla cantina e ad abbronzarsi, ma con tutto il mio cuore spero di no.
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