Ebbene si, sono alla mia prima recensione, ma i consigli di voi debaseriani li accetto sempre e volentieri, ma ho notato che nessuno mi ha recensito un grande album live, seppur composto da vari bootleg, ovvero "Past lives" dei Black Sabbath. L'album in questione è doppio e contiene, nel primo disco tutto il "Live at last", mentre nel secondo dei brani registrati nelle varie tournee sabbathiane dei primi anni settanta. Passiamo ora all'analisi dei brani, che sono a mio parere, i migliori di tutta l'era Osbourne; il primo cd si apre con la breve "Tomorrow's Dream", opener track durante tutto l'arco del Sabbath Bloody Sabbath World Tour. La traccia scorre veloce e pura, aprendo la strada a "Sweet Leaf", uno dei miei brani preferiti dei bs, con quel suo riffone micidiale e inossidabile. Si giunge poi alla cupa "Killing Yourself To Live", che io non amo molto, soprattutto per il macabro testo; si arriva a "Cornucopia", tratto da Vol. 4, dove la voce di Ozzy subisce un cambiamento radicale, tanto da confonderlo a Ian Gillan. La quinta traccia è "Snowblind" che spiana la strada alla parte piu' bella del primo cd: ed ecco che giunge "Children Of The Grave", la mia seconda canzone preferita nel reparto Sabba Nero; in sede  live è ancora piu' coinvolgente, con quel riff da far girare la capoccia. E signori e signore, ecco a voi la magistrale "War Pigs". Come posso definirla?.........Spettacolare sotto qualsiasi punto di vista, e la performance di Bill Ward è una cosa inimmaginabile. La song si interrompe per lasciar spazio a "Wicked World", uno dei brani piu' sperimentali del gruppo, con la sua durata di 18 minuti, nella quale ogni membro della band sfoggia un proprio capolavoro.......e proprio quando i musicisti sembrano esausti, pronti a fare un break, parte il riff di "Paranoid", ed il pubblico esplode in un boato assurdo: la canzone è velocissima, e dura poco piu di due minuti, ma coinvolge assolutamente. Spettacolare!

Inseriamo il secondo cd, quello mai pubblicato fino ad allora, e subito si torna in un'atmosfera di panico e terrore: "Hand Of Doom", inizia con quel suo canto accompagnato dal suo micidiale arpeggio ed esplode in un hard rock frenetico ed inarrestabile. Dopo gli 8 minuti del brano, Ozzy presenta il brano tratto dal nuovo album dell'epoca, Sabotage, e si tratta di "Hole in the Sky", bellissimo e quasi uguale al successivo "Symptom Of the Universe", se non che la seconda contiene un assolo di Tony Iommi magistrale. Ricordiamo che queste tracce sono tutte tratte dal concerto di Asbury Park del 1975, e a proposito del nuovo album, giungiamo alla mia traccia preferita di questo disco: "Megalomania". Questo brano è una cosa indescrivibile, inizia con quel calmo riff iniziale dove Ozzy parla delle sue manie di grandezza, e poi sfocia nello schitarrio leggendario che durerà ancora per i 10 minuti seguenti, una roba da far diventare schizzofrenici. Davvero!. Poi si torna indietro di cinque anni, e veniamo catapultati all'Olympia Theatre di Parigi, dove i quattro tennero nel 1970 appunto, un leggendario concerto, anche filmato. Si comicia subito con il micidiale riff di "Iron Man", confuso tra le urla del pubblico: esecuzione magistrale, se non che si nota troppo che il brano proviene da un bootleg, come la successiva "Black Sabbath", proveniente dal primo album. Qui invece l'esecuzione è eccezionale, con le urla lancinanti di Ozzy, che si interrompono per far partire la leggendaria "N.I.B", anch'essa dall'album d'esordio. Le ultime due tracce sono "Behind The Wall Of Sleep", che in sede live non mi piace molto, e la stupenda "Faries Wear Boots", traccia principalmente strumentale come tutti saprete, con i rulli di Ward che parlano da soli.

Album dal vivo eccellente, a parte le stonature dei bootleg sopra citate. Tutta la band è comunque mitica e sempre lo resterà. Voto 8.

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