Dopo le innumerevoli entrate ed uscite dai Deep Purple e dopo aver creato il suo "regno" personale con i Rainbow, il Man In Black inaugura il nuovo corso della sua turbolenta ma straordinaria carriera. Nel 1997 esce infatti il primo ambizioso album dei Blackmore's Night, Shadow Of The Moon, dove Mr. Blackmore riversa tutta la sua incontaminata passione per il Medio Evo (vive in un castello in Germania...).
Accompagnato dalla fedele compagna Candice Night il menestrello dà vita a sonorità che ci riportano direttamente in un'atmosfera da corte rinascimentale, così dopo l'evocativa title-track e le due allegre ballate The Clock Ticks On/Be Mine Tonight si giunge a quella che a mio parere è la perla dell'album ovvero Play Minstrel Play dove si respira davvero tutto il fascino dei vecchi manieri medievali, da segnalare tra l'altro la presenza in questo brano del grande Ian Anderson dei Jethro Tull che nel finale duetta a meraviglia con Ritchie!
Da segnalare anche la "darkeggiante" Writing On The Wall seguita dalla seconda gemma del disco: Renaissance Faire dove si prova la piacevole sensazione di essere presso la corte di un potente signore della città... Ottime le strumentali Memmingen e Mond Tanz dove Blackmore dà prova, se mai ve ne fosse bisogno, di non essere solo un grande chitarrista elettrico. Eccellente la rilettura della celebre ballate Greensleeves, dove Candice Night, dotata di una voce che ben si amalgama con le atmosfere che permeano il disco, dà il meglio della sua espressività vocale. Chiusura in grande stile con Wish you Were Here (no, non quella dei Pink Floyd...).

Dopo anni di assoli al limite dell'eccelso Ritchie Blackmore incanala il suo straordinario talento in questo progetto ambizioso ed affascinante, lunga vita al Man In Black!

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