I Blasted Mechanism sono... sono... sono... ehm, sono portoghesi, attivi dal 1999 e si conciano in una maniera assurda, con costumi a metà tra il tribale e il fantascientifico, di una pacchianeria stramboide da far impallidire i Kiss; già direi che si presentano bene, e la loro musica è un godibilissimo intruglio pasticciato; vogliamo chiamarlo crossover? Ok, chiamiamolo crossover, oppure immaginate un incrocio obliquo tra Bob Marley e Prince che viaggia dall'Africa all'India, io preferisco così. Funk, reggae, dub, rock, sonorità etniche, aggiungeteci anche un po' di elettronica e giusto un'anticchia di hip-hop ed ecco a voi "Sound In Light", il quarto album della band: in perfetta concordanza con la loro immagine, sicuramente molto forte e caratterizzante, anche la loro musica è uno show, quella di quest'album in particolar modo. Bombastico e ruffiano quanto basta, però mai fino all'eccesso, e qui si capisce che sti sciroccati sono gente che sà il fatto proprio, anche perchè nonostante le quindici canzoni in tracklist, un numero sicuramente molto rischioso, "Sound In Light" scorre con efficacia e senza intoppi.

Cantato declamatorio, sciamanico e un sound che ai più potrebbe apparire "selvaggio" ma così non è; tutto è perfettamente curato e studiato nei minimi particolari, ma in ogni caso qui ci si diverte un casino, ve lo posso garantire. Percussioni tribali e un'impeccabile sezione di fiati in "Battle Of Tribes", brillantezza funky con con un tocco orientaleggiante lievemente kitsch in "All The Way", il reggae piacione in salsa indiana, con tanto di sitar in evidenza di "Sunshine", suggestioni da summer of love ben presenti anche in una languida "We" e ancor più nella rarefatta "Suddenly", sogni cangianti di paradisi pieni di colori e altre robe strane. Che dire, decisamente un bel miscuglio, proposto tra l'altro con un notevole gusto stilistico: con così tanta carne al fuoco è facile scadere nella baracconata, nella torre di Babele, nella presunzione sborona, ma così non è. Tutto sta esattamente dove dovrebbe stare, i Blasted Machine dimostrano, canzone dopo canzone, di non avere solo l'apparenza (e che apparenza...) ma anche tanta sostanza e un'ottima sensibilità pop, il che non guasta di certo.

Ne volete ancora? Nessun problema, qui c'è un'abbondanza oserei dire quasi luculliana, le dilatazioni dub di "Unarmed Rebellion" e "New Assault" e un'incalzante "You Never Gave Me Nothing", rappata, con un'accattivante linea di basso, percussioni nervose e suoni quasi acidi. "URU (Strange Faces)" e "Mystical Power" mi ricordano un po' i Gnarls Barkey, ve li ricordate i Gnarls Barkley? Erano sulla bocca di tutti una decina d'anni fa circa con lo stesso tipo di suoni qui proposti dai Blasted Mechanism, funk un po' psichedelicizzato, atmosfere tardo-sixties. La differenza è che sti uomini-uccello lusitani suonano molto più cazzuti, con una voce ben più convincente del miagolio di CeeLo Green (mi pare che si chiamasse così il tizio pelato con gli occhialini dei Gnarls Barkley, ma potrei anche sbagliarmi) senza comunque rinunciare a nulla in termini di orecchiabilità e poteziale commerciale; dopotutto quest'album è uscito per la Universal, vale la pena sottolinearlo. Nel vasto range stilistico dei Blasted Mechanism rientrano anche ritmiche cavalcanti abbastanza tirate e di grande impatto scenico; "Sound In Light" con tastiere futuristiche, beat elettronici una batteria in grande evidenza e "Total Rebellion", forse il capolavoro dell'album, sicuramente un episodio assai riuscito e coinvolgente, di respiro epico e visionario; ancora percussioni tribali, quasi tamburi di guerra in questo caso, cantato molto scenico e teatrale, sitar e flauti andini. Un sound veramente corposo e magniloquente; gasa, detto nella maniera più semplice possibile, e con grande classe.

Ma tu guarda, un gruppo del genere che, tra tutti i posti possibili e immaginabili, viene proprio dal Portogallo: la malinconia languida del fado, campagne e tramonti sull'oceano, questi invece ti piazzano danze tribali, alieni, sciamani, divinità dalle molteplici braccia; un gran casino insomma, un casino perfettamente orchestrato, un'armoniosa baraonda. Tra l'altro i Blasted Mechanism sono anche un live act decisamente coinvolgente e di ottima presenza scenica, qui se ne può avere un'ampia dimostrazione; insomma, un gruppo che vale veramente la pena di promuovere secondo me. Pensavo che qui dentro qualcuno ne fosse a conoscenza ma, a giudicare dal vuoto totale in termini di recensioni, definizioni e quant'altro vedo che così non sembrerebbe; meglio per me, e dopotutto anch'io li ho incontrati solo grazie ai capricci del fato, sempre sia lodato, caro buon vecchio fato.

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