I Blink si sono sciolti e questo è un mistero.

Anche chi li odiava non può non sentirsi soddisfatto per la loro separazione: la loro esistenza, seppur irritante per qualcuno è stata fondamentale: erano divertenti, sboccati, giravano i video musicali correndo nudi per le strade ed erano amanti di sex-alchol-party, gente che si può benissimo trovare in un qualsiasi blockbuster americano che segua la scia di "American Pie", o almeno questo lo si può pensare solamente in apparenza: forse ben pochi si sono accorti della loro essenza artistica.

Che il loro non era solo teen-punk e hanno cercato di farcelo capire attraverso questo album, il loro ultimo, del 2003: una raccolta di canzoni, che pur non scordando la cattiveria dei loro vecchi pezzi, suonano maturi e bellissimi: persino il singolo "Feeling This", con un testo che elogia al sesso, con i suoi intrecci vocali e le chitarre sfreccianti è una manna dal cielo. E che dire di "I Miss You" o "I'm Lost Without You", due canzoni d'amore per il nuovo millennio: la prima vagamente dark, la seconda più rock e dilatata a 7 minuti. Poi c'è "Always", rock orecchiabile, ma non banale, "Violence", potentissima e dura, ancora bellissima, "Down", terzo singolo molto rock che sembra qualcosa di nuovo, di innovativo. Ma il vero capolavoro è "All Of This", in duetto con il grande Robert Smith: una canzone che mette i brividi, dall'arrangiamento irresistibile e da ascoltare assolutamente.

I Blink con questo album ci avevano salutato, cercando di dare il meglio di loro e ci sono riusciti. Da ascoltare senza essere superficiali e senza badare nei pregiudizi.

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