Al Kooper fu uno dei primi musicisti a ricercare le affinità elettive tra jazz e rock. Forse non un vero e proprio alchimista, come lo saranno per esempio Miles Davis e i suoi seguaci, quanto più un apprendista stregone con un calderone di idee in testa ed un chiodo fisso: la propria personale big band. E’ questa la molla che porta il nostro talentuoso e celebrato tastierista a formare i Blood, Sweat & Tears, insieme al chitarrista Steve Katz e ad una serie di apprezzati strumentisti tra i quali Bobby Colomby alla batteria e Randy Brecker alla tromba.
Con tutta probabilità sarà proprio l’egocentrismo di Kooper a determinarne la prematura fuoriuscita dal gruppo, non prima di aver però dato alla luce ad un album epocale come “Child is Father to Man”. E mi soffermo su questo aggettivo, che può sembrare esagerato se ne viene frainteso il significato. Il debutto dei B.S.&W non è un capolavoro in senso stretto, ma un lavoro storicamente importante perché sarà fonte di ispirazione per molte band a venire. Un disco ambizioso, per certi versi forse anche pretenzioso, ma sicuramente un’opera che riesce a coniugare una debordante vena creativa alla ricerca di un originale “melting pot” di generi. Una musica che, pur presentando raffinati arrangiamenti ed interessanti soluzioni strumentali, mette sempre in primo piano la melodia, senza mai lasciarsi andare in superflui virtuosismi.
Una divertente quanto irrilevante “Overture” apre il disco, per lasciare presto lo spazio alla struggente ballata “I Love you More Than you’ll Ever Know”. E’ il brano che definisce la cifra artistica di questo gruppo, un lacerante canto d’amore in perfetto equilibrio tra l’impeto rhythm & blues e ariose atmosfere di pop-rock orchestrale. Un capolavoro senza tempo. Tra i pezzi più ispirati di questo lavoro sono da segnalare anche “My Days Are Numbered”, che gioca tra le incisive incursioni dei fiati e cori quasi gospel, e l’incalzante “I Can’t Quit Her”, travolgente nelle sue ritmiche sincopate e con una aggressiva prestazione vocale di Kooper. Il gruppo propone inoltre una serie di cover, tra le quali spiccano una versione bossa nova di “Without Her” di Harry Nilsson e la solare “So Much Love” di Goffin & King.
Nonostante qualche riempitivo ("Meagan's Gypsy Eyes" e "House in the Country"), “Child is Father to Man” dimostra di essere degno rappresentante di uno dei periodi più effervescenti della storia del rock e fotografa un gruppo al proprio apice creativo, trascinato dall’estro e dall’eclettismo di uno stregone dei tasti d’avorio. Estromesso l’ingombrante Kooper, i Blood, Sweat & Tears produrranno un egregio omonimo successore, per lasciarsi successivamente abbagliare dalle tentazioni mainstream e perdere pian piano la propria verve artistica.
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