1995. Piena epoca brit-pop.

In Italia vengono fuori due dischi importantissimi sia per un verso che per un altro. "Germi" degli Afterhours, pietra miliare del rock italiano, e "Acidi e basi" esordio fulminante dei Bluvertigo, monzesi, capitanati dal tanto amato/odiato Morgan "Marco Castoldi".

E' l'inizio della trilogia chimica. Un percorso di tre album in cui i Bluvertigo sintetizzeranno in quello che chiamano "Blob Rock" tutto quello che c'è di buono: dalla new wave, al dark, dal technopop dei Depeche Mode al Battiato più allegro, dai Duran Duran a Bowie e così via.

E' cosa impossibile catalogare questo album, come del resto i successivi, ma brani come "Iodio" con la sua struttura a parti, "L.S.D" con il suo sound spaziale; la rabbia de "L'eretico", le ballate "I Still love you" e "Complicità" (cover di Here is the house dei Depeche Mode), è cosa rara in Italia. Basso funky e chitarra impazzita alla Andy Summer dei Police, circondati da tastiere, synt e sax (alla Bowie).

Favoloso il lavoro sui testi, tanto originali e unici. Un personaggio come Morgan si può tanto odiare, ma come dice Freak Antoni "In Italia non c'è gusto ad essere intelligenti", e tolta qualche leggera ingenuità in questo esordio, nei successivi due, lo saranno ancora di più.

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