Non fosse per una delle dieci migliori canzoni di Dylan, presente su questo album, "Every Grain Of Sand", non ci sarebbe motivo di parlare di "Shot Of Love". Irritante, monotono, bigotto, testi poco curati e troppe canzoni con troppi pochi accordi (nonostante la semplicità dell’armonia sia sempre stato il marchio di fabbrica dylaniano, qui veramente non gli si trova nessun lato positivo). Si salva "Watered Down Love", inserita solo nell’edizione su CD, e la potente "Property Of Jesus", che è però ormai la ventesima canzone uguale alle altre del periodo cristiano.

Le canzoni escluse e finite sulla "Bootleg Series" avrebbero potuto dare nuova luce al disco: "Angelina" (la sola canzone del periodo che non parla di Gesù salvatore), "You Changed My Life" e la minore "Need A Woman". Ripeto: "Every Grain Of Sand" è la migliore canzone dei tre dischi cristiani: se di questi tre se ne fosse fatto uno solo, avremmo avuto un ottimo album. Le perle si disperdono nel nulla.

Then onward my journey I came to understand that every hair is numbered, like every grain of sand (…) sometimes I turn, there’s someone there, other times it’s only me. I’m hanging on the balance of a perfect finished plan, like every sparrow falling, like every grain of sand. Divino.

È l’ottantuno e bisognerà aspettare tre anni per il ritorno di Bob. In grande stile.

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