Venite intorno, gente, dovunque vaghiate, e ammettete che le acque intorno a voi sono cresciute e fareste meglio a nuotare o affonderete come sassi: i tempi stanno cambiando.

Con questa strofa si apre l’album più politico del giovane Bob (1964). Grandi canzoni, non c’è che dire, poi l’inconfondibile timbro un po’ nasale e quell’armonica che spara fuori note nella totale casualità mettono i brividi.
I tempi stanno cambiando, grida Zimmy, ed elenca in poche canzoni tutto quello che deve cambiare: basta guerre con gente che si arroga Dio dalla sua parte ("With God On Our SIde", grande pezzo, e la voce della Baez gli dona assai nel <9>Live 1964), basta povertà e gente senza lavoro ("North Country Blues"), basta sfruttamento e strumentalizzazione dei neri ("Only A Pawn In Their Game"), basta ricchi e paraculati assassini di poveri innocenti impuniti ("The Lonesome Death Of Hattie Carrol"). I tempi nuovi sono alle porte e Golia sarà sconfitto dai nuovi Davide ("When The Ship Comes In", altro capolavoro). C’è anche spazio per una splendida love ballad, "Boots Of Spanish Leather", e una canzone malinconica, anche questa pietra miliare del canzoniere dilaniano, smontata e ricostruita un milione di volte, "One Too Many Mornings".

Il disco si chiude con un "Restless Farewell", inquieto addio. Ed è veramente inquieto: tutta la carica politica e sociale nelle canzoni di Dylan va esaurendosi. Siamo prossimi alla svolta tematica, siamo prossimi alla svolta elettrica, Dylan non vuole più essere la guida dei movimenti e il profeta idolatrato del pacifismo. Ne ha le tasche piene.
Non c’è che dire, un album da brividi, chitarra e armonica, e anche la voce è uno strumento, che sa essere rabbiosa quando dice "Baaat yuh wu filosofaiz disgreis…" e dolce e struggente quando dice "I’d forsake them all for your sweet kiss, for that is all I’m whishing to be owning".
È il punto di forza di Bob: non è un cantante, perché non canta, mugola e stride e urla. Però sa come fare a dire quello che vuole dire, e ogni volta lo fa in un modo diverso. Per questo è unico, per questo è unico questo album.

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