Parlando di Bob Dylan e della sua densissima e tortuosa carriera discografica molti tendono a passare direttamente da "Under The Red Sky" a "Time Out Of Mind", saltando a piè pari il biennio 1992-1993, anni in cui il cantautore decise, in attesa di ritrovare grandi ispirazioni per nuove composizioni, di tornare alle sue origini: decise di pagare un tributo alle sue origini musicali ed artistiche più antiche e profonde, con gli album "Good As I Been To You" e "World Gone Wrong", i primi album acustici dai tempi di "Another Side Of Bob Dylan", risalente all'ormai lontanissimo 1964. una scelta in parte dovuta ad obblighi contrattuali, ma a suo modo coraggiosa, radicale, controcorrente, quasi reazionaria: la tipica svolta dylaniana senza compromessi.

"World Gone Wrong" del 1993 è l'essenzialità fatta album; ad un primo ascolto può suonare anche troppo spartano: è un one-man record, solo Bob Dylan e la sua chitarra acustica, nient'altro, niente di niente, a parte la fida armonica che fa capolino in "Stack-A-Lee". La voce dell'artista, che ha perso la brillantezza dei tempi di "Desire" e "Street Legal" in favore di un timbro secco e nasale, contribuisce ulteriormente a caratterizzare l'atmosfera di "World Gone Wrong", che odora di polvere, di whiskey, di un'America ormai lontana nel tempo e quasi dimenticata, di un folk-blues acustico e rurale severo e senza compromessi, tradizionale, più antico di Woody Guthrie.

È un album omogeneo, senza grandissimi picchi, canzoni come la quasi epica "Jack-A-Roe" oppure il blues sgangherato di "World Gone Wrong", "Ragged & Dirty" e "Broke Down Engine" colpiscono per la maestria con cui il Jokerman di Duluth riesce a far rivivere questo blues primordiale, con approccio "verista", non di ammodernamento o di edulcoramento ma di pura trasposizione storica; "Two Soldiers" e "Delia" sono ballate scarne e crude, intrise di una cupa drammaticità come le antiche tragedie in essere rievocate, mentre "Love Henry" e "Blood In My Hands" offrono un po' di calore e di dolcezza, in forma abbozzata e disadorna, ma sincera ed emozionata, così come la breve "Lone Pilgrim", che chiude l'album come un semplice, fuggevole ma intenso commiato.

Quattro anni più tardi Bob Dylan si ripresenterà al suo pubblico con "Time Out Of Mind" è sarà tutta un'altra storia, "World Gone Wrong" non è un album di facile ascolto ed è un prodotto di nicchia, come denota lo scarso successo commerciale nonostante il nome Bob Dylan stampato in copertina; nasce per un'esigenza intima dell'artista e non certo al fine di perseguire chissà quali dati di vendita e nemmeno di avvicinarsi nuovi estimatori; non è un capolavoro ma ha un alto valore come documento storico, nobilitato dalla fedeltà, e dal profondo rispetto con cui il cantautore si approccia ad un particolare tipo di musica che sta al vertice del suo albero genealogico artistico.

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