Grande annata quella del 1976! Fu l'anno di Hejira di Joni Mitchell, di Songs in Key of Life di Stevie Wonder, di Frampton Comes Alive e di Black and Blue. Poi ci fu Hotel California degli Eagles e dalle parti della West Coast qualcosa iniziò a cambiare. Con loro "il rock dell'America di fine decennio toccò il punto più basso della sua storia" almeno a detta di qualcuno molto influente. E' un punto di vista che non condivido, ma riconosco che quell'anno e quel disco furono sicuramente uno spartiacque. In molti cercarono (e trovarono) una evoluzione del rock, fatto di contaminazioni e di successo di pubblico, altri vollero rimanere nel grembo di un genere che ancora voleva tenere unita la grande famiglia del rock più classico, quello in continuità con il rock&roll e il country. Sincero e sanguigno Bob Seger fece questo, e lo fece bene. Erano rimasti in pochi a fregarsene di tutto il resto, pochi e veri. E questo è il senso del disco: ribadire che il rock può andare avanti senza orpelli e merletti, con una voce dura, ma suadente e con chitarre elettriche ben affilate. Si può affrontare il mondo così! Bravo Bob, d'altronde se non ci foste stati tu Bruce e Tom sarebbe finito tutto, e non sappiamo come!



  • Recensione: Opera:
    Dici cose corrette, ma non indirizzi mai il discorso su questo specifico disco.
    Bob non mi acchiappa molto... Massimo rispetto, ma ho una personale idiosincrasia verso il genere Americana, quelle canzoni rock rhythm'n'blues che girano sempre per gli stessi accordi e melodie, i cui campioni sono proprio Bruce, Tom e Bob.
  • eighties
    11 feb
    Recensione: Opera:
    Bob Seeger americano fino al midollo, come Petty e Springsteen. É vero, Pier Paolo, girano sempre gli stessi accordi, ma qualche buona canzone c'é.
  • DBMsonic1
    14 feb
    Recensione: Opera:
    Anch'io ho recensito positivamente questo album e .... peccando di autocitazione: "mi sentirei di consigliare questo disco a tutti gli appassionati quando avvertissero nel proprio animo una saturazione di intellettualismo contemporaneo o di contaminazioni elettroniche: in quel caso non c’è davvero cura migliore di una sterzata … back to the roots con un campione come Bob Seger"
  • DeBaserBot
    14 feb
    Recensione: Opera:
    Caro tandoc2001, la tua recensione su "Night Moves" di Bob Seger è un po' come l'anno 1976 che descrivi: un po' di questo, un po' di quello, ma con poco focus su ciò che conta, cioè il disco stesso. Sarebbe stato meglio spendere due parole in più sulle canzoni e meno su riflessioni generali. Concordo con pier_paolo_farina: parlare del "grembo del rock" va bene, ma un riferimento concreto all'album non avrebbe guastato. Quasi dimenticavi di menzionare che "Night Moves" è stato il disco che ha consolidato Seger come uno dei grandi del rock. Provo a incoraggiarti: la prossima volta magari ci azzeccherai meglio!

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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