Geelong, piccolà città vicino Melbourne, Australia. E' qui che sul finire degli anni ottanta prende il via una delle avventure più esaltanti e ingiustamente dimenticate che il rock ricordi. Specie in questo inizio 2008, dove confessare l'amore per certi suoni è prima di tutto fuori moda ed equivale quasi a bestemmiare, mi è venuta voglia di rispolverare questo doppio Cd, uscito se non ricordo male nel 2000 e contenente 33 pezzi da ogni loro album.

Questa macchina killer del r'n'r si chiamava Bored! Il motore, almeno nei primi anni, era il contrasto tra i due selvaggi chitarristi, Dave Thomas e John Nolan. Più punk il primo e più hard rock il secondo, come mettere una bomba in una scatola di chiodi. Il loro esordio (e vertice) omonimo è un mini-album del 1988. Un inno al rock più selvaggio, partendo dal pre-punk di Stooges e Radio Birdman, passando per i Saints che vanno a braccetto con i Motorhead e dimostrando un'adorazione del feedback degna dei primi Sonic Youth. Non si può rimanere indifferenti ad un mix sonoro del genere.

Il primo pezzo "Little Suzie" apre la raccolta, una valanga di suono distorto e stridente mi investe, chitarre stoogesiane e la voce da maniaco di Thomas, altri come "Upright Citizien" sono più veloci e punk. Qua e là il selvatico Nolan rompe, squarcia, dilania con i suoi urticanti assoli, innalza i livelli di hard rock ipnotico con muri di distorsione e wah wah che anticipano quasi lo stoner. Purtroppo nel 1991, John Nolan e Tim Hemensley (R.I.P.), entrato in formazione come bassista un anno prima, decidono di lasciare, formeranno poi i Powder Monkeys. Avevano portato in tour il primo album "Negative Waves" (anche questo consigliatissimo) e registrato "Take It Out on You", sempre un insieme di Stooges, Ac\Dc, Motorhead e psichedelia acida da cortocircuito. Senza Nolan però non è più la stessa cosa, i Bored! riscoprono le loro radici punk australiane, "Junk" del 1992 e "Scuzz" del 1993 sono gli ultimi album. Il ricordo delle rasoiate chitarristiche del grande John è ormai lontano, tuttavia questi sono tutt'altro che brutti dischi, è solo che risplendono di una luce diversa. Pensare che decidono di cambiare direzione proprio quando il "successo" di band come i Mudhoney poteva giovare loro. Scorrendo poi nella raccolta ci si trova a fare i conti con delle cover da far rizzare i peli sulla schiena. "Over The Edge" dei grandi Wipers è quasi meglio dell'originale. "Final Solution" dei Pere Ubu porta i miei timpani oltre la soglia del dolore, dieci minuti per trovarsi circondati da un'atmosfera malsana e satura di feedback. Fine della corsa.

Giovani chitarristi lungocriniti, jeans strappati, piedi nudi che calpestano pedali e vetri rotti sul palco, chitarre maltrattate, elettricità, rock'n'roll ad alto voltaggio, onore ai Bored!

Carico i commenti... con calma