L’arte del dormiveglia.

Inizia così, sardonico e dispari. Prosegue liscio, come tante piccole gocce di condensa sul vetro, che a toccarle dileguano in una familiare catarsi.

Un anfibio auroralismo, pacati ritmi sincopati, voli pindarici su canovacci policromi e un che di sfumato già svettante altrove, a sognare direzioni.

Cose da poco, certo, eppure segni indelebili d’un accavallarsi di endocosmi.

Lasciai gli altri decidere sul perché e percome, gettando alle ortiche l’ennesimo parto del caso.

Cos’è il pop? La semplicità. Un altro verde mondo.

Carico i commenti... con calma