Persi nell'underground del metal americano questi Brocas Helm hanno raccolto poco, troppo poco dalla loro carriera. Nel 1990 sono arrivati addirittura a sciogliere la band per tornare soltanto nel 2004 con "Defender of the crown". Un gruppo questo quasi del tutto sconosciuto. I loro dischi sono diventati leggenda, irreperebili. Ma soprattutto sono stati importanti per l'evolversi di un genere di nicchia dell'heavy metal: l'epic. Ci sono molti, se non troppi, luogi comune su questo tipo di fare musica. Chi non lo ascolta a prescindere a causa dei testi "spade e dragoni", chi lo addita di scarsa originalità. Non c'è cosa peggiore del giudicare un album e per di più un genere senza aver ascoltato qualcosa al riguardo. Gruppi come i Brocas Helm, i Manilla Road, gli Omen hanno dato tanto al movimento metal ma non hanno mai avuto il riscontro di successo che invece avrebbero meritato. Per questo ed altri motivi ho deciso di riascoltare questo album, rispolveralrlo e magari farlo conoscere a chi non ne ha mai sentito parlare e nutre pregiudizi nei confronti dell'epic.
"Black death" viene alla luce nel 1988 dopo vari problemi di registrazione che hanno portato la band ad avere un budget ridottissimo. Ne risente il sonoro rovinato all'inverosimile, grezzo, quanto di più ignobile si possa sentire. Nonostante questo ecco nascere il piccolo gioiello. Una musica ruvida, difficile da assimilare ad un primo ascolto. Quello che più rende complicato l'ascolto di Black death è la completa schizofrenia dei ritmi. La band accantona ogni tipo di schema e da vita a musica intricata, sincopata. Il totale rifiuto delle regole del merchandising si riscontra nella squilibrata Hell's whip, dove si può ascoltare per oltre un minuto l'infrangersi continuo del vetro. Come se non bastasse l'iniziale titletrack distrugge completamente lo stilema del "classic heavy metal" con un incipit tenebroso che sfocia in una delle più grandi epic-metal song della storia. Un refrain eccezionale ci riporta alla mente anche un richiamo di hard-rock che in album del genere fa piacere trovare. Questi Brocas sono capaci anche di creare una ballad rivisitandola però nel loro modo di comprendere la musica: The chemist è quanto di più sgraziato si possa sentire. Una ballata malsana che sembra uscita dalla colonna sonora di un vecchio cartone degli anni settanta. A dir poco stupenda.
Questo Black death non è un capolavoro dell'heavy metal, ma è stato e continuerà ad essere uno degli album epic maggiormente copiato. Gente come i Brocas helm che hanno continuato a fare la loro muscia incuranti del successo, fregandosene del mercato musicale del periodo meritano l'attenzione e il rispetto che con il tempo hanno perduto ha scapito di musica commerciale e più "orecchiabile".
1-Black death (4:25)
2-Prepare for battle (2:59)
3-The chemist (2:32)
4-Hell's whip (3:53)
5-Satan's prophets (3:52)
6-Fly high (3:15)
7-Prophets scream (2:36)
8-Fall of the curtain (5:13)
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