Succede così: devo andare in vacanza per qualche giorno, forse una settimana, e siccome non vado mai in vacanza (quelle forse son state le ultime o penultime, non ricordo) prima di prendere il treno entro in un centro commerciale per comperare roba da mare, che non ne ho. Entro anche in una specie di libreria lì, nel centro commerciale, e decido di prendere dei libri. Uno ricordo era della Munro (difficile sbagliare, con quella donna) poi uno che ora non mi sovviene e poi questo, che niente sapevo né del libro, né dell'autore. Però bello il titolo, bella la copertina, bello il corpo leggibile dei caratteri, insomma lo prendo. Lo leggo, mi piace, cerco altri libri dell'autore che però scopro essere soprattutto regista, attore e sceneggiatore e almeno in Italia, da allora (era il 2000, mi pare) mai più apparso in libreria.

E poi...  c'è questa specie di fidanzata di mio fratello, comincia a passare a trovarci anche da sola, senza mio fratello, intendo, giovane, un po' stranotta. Scrive, dice, mi fa anche leggere, sai quando ti chiedono un parere e vorresti essere dall'altra parte del mondo invisibile e senza telefono, e una delle mosse che mi sembra adeguata ad aggirare l'ostacolo è metterle in un sacchetto un po' di libri, roba buona, che dovrebbe aiutare il quesito: "ma è davvero necessario che anche io mi metta a scrivere?" a palesarsi e quindi ad imporsi nella sua fondamentale funzione dissuasiva.  Ma non faccio la lista, non mi segno cioè i libri che finiscono nel sacchetto. Hai già capito dove andiamo a parare. Lei è stranina, mio fratello è peggio, grazie a Dio la loro relazione, dai detonanti effetti psicotici, trova il modo di finire e la giovane Chiara (questo il suo infausto e ossimorico  nome) scompare, dopo brevi strascichi di visitine durante le quali la mia squisita sensibilità (era così scossa la ragazza, così provata dal lacerante distacco!) m'annebbia al punto d'impedirmi di porre la semplice domanda:  si, ma i  miei libri? Alcuni me li ricordo perfettamente e grazie a manovre che coinvolgono il mio riluttante fratello tornano a casa. Poi il tempo  passa, ripassa, trapassa.  E mi viene in mente quel libro di Bruce Robinson, chissà dov'è finito...?  E come in un incubo in b/n di un favoloso film americano degli anni '40 appare l'inquadratura ravvicinata della mia mano che deposita il libro nel sacchetto, il volto del bambino in copertina che quasi pare rendersi conto della natura definitiva di quel gesto, forse anche l'audio, con le mie parole tipo: non è un grande romanzo, ma mi sono affezionato, mi piacerebbe conoscere il tuo par...

Ecco perché non posso dirti molto di più riguardo a "Le singolari memorie di Thomas Penman".

L'avrei riletto volentieri, prima di scrivere queste righe, avrei trovato probabilmente dettagli, elementi, punti di vista che non emersero alla prima lettura, alonata nel ricordo da una tenerezza che ne occulta probabilmente i "difetti", le sicure falle o debolezze. Avrei potuto ricomprarlo, dici. Certo, anche se l'edizione della quale parlo non è più disponibile ed oggi fai fatica a trovare anche il tascabile a € 7,23 ristampato nel 2002 sempre da Feltrinelli. Ma non l'ho fatto e non lo farò. Io rivoglio il mio libro, quel mio libro. Ho deciso: uno di questi giorni, dopo parecchi anni, Chiara (che sarà meno giovane ma temo non meno straninotta) avrà una sorpresa, uscendo di casa, dovunque sia la casa nella quale ora vive.

E tu, mi chiederai? Tu sappi che se lo trovi, sto libro,  trovi la storia di un ragazzino nella provincia inglese degli anni '50, un tipino di 13 anni che scagazza in giro (scagazza parecchio, tra l'altro), che vive con la sua famiglia asfissiante, che mal sopporta la scuola,  che trova un'improbabile sintonia con un nonno pornografo e altre cose che non ricordo, tutte cose che ne fanno un cosiddetto "romanzo di formazione".  Per  me un bel romanzo, scritto da un tizio che sa come si fa e che sfrutta l'esperienza derivante dall'attività di sceneggiatore senza esagerare. E' più romanzo questo di decine di "romanzi" che sognano di vedersi al cinema e mortificano la scrittura.

E poi, se lo trovi a quel prezzo e se ti fa davvero cagare (per restare in tema) te lo ricompero io.

Buona Lettura.

ULTIMAORA: vabbè, è vero, ti ho detto davvero pochino del libro. Ma ti ho appena trovato un'ampia anteprima, così ti leggi qualche pagina e poi vedi tu. CiaU.


 

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