La musica di Bruno Sanfilippo, compositore e pianista classe 1965, ha una spiccata componente mistica e che, riprendendo una tradizione consolidata nel mondo della musica classica e neo-classica, rimanda a arti oscure come l'esoterismo spirituale e la magia e a quella che una volta chiamavamo alchimia e che oggi riconosciamo come chimica. Laureato al conservatorio Galvani di Buenos Aires in composizione musicale (piano), Sanfilippo vive oggi a Barcellona. Avvicinato a artisti come Arvo Part, Max Richter e Johann Johannson nel tempo ha sempre più allargato lo spettro delle sue composizioni con l'utilizzo di strumentazione elettronica e esplorando minimalismo e sperimentazioni nel campo della musica elettroacustica.

Questo suo ultimo disco, intitolato "Unity" e pubblicato dalla Dronarivm di Dmitry Taldykin (una realtà molto interessante e che dal 2012 si è specializzata in ambient e classica contemporanea), costituisce forse la summa del suo lavoro negli ultimi anni. Nelle otto composizioni del disco Sanfilippo mostra capacità che vanno ben oltre i canoni della musica classica tradizionale e combinando i tratti di pianoforte con una giusta dose di strumentazioni sintetiche, plasma la materia musicale come se fosse pietra filosofale trasformandola in densa spiritualità e armonia. "Spiral" ci introduce subito in una dimensione sacrale e di una profondità imperiale che trasmette uno stato di quiete univerale che si insinua eppure prepotentemente nelle nostre anime, così come composizioni più fluide e andanti come "Entity" o "Cyclical"; "One", "Lux", "Simple", "Simple", "Oneness" hanno un carattere più minimalista e orientano l'ascoltatore verso visioni di natura cinematica e in cui le suggetioni emozionali sono accompagnate da un aspetto visuale che si ricolegga al nostro inconscio. La conclusiva "Unity" combina tutti e due gli aspetti e in questo senso cristallizza l'interazione uomo-ambiente sia sul piano visivo che su quello storico.

Muovendo da una formazione classica e ispirata ai vari Erik Satie e Maurice Ravel, lo stesso Claude Debussy, Bruno Sanfilippo si è avvicinato nel tempo a dimensioni musicali e compositive e le cui sperimentazioni adoperano la musica come un vero e proprio strumento, ponendo al centro di esse invece l'uomo, secondo una concezione classica e allegorica derivata dall'umanesimo rinascimentale. Avvicinabile tanto ad autori classici quanto sperimentali fino a compositori come Steve Roach, gli si riconoscono epprure quegli stessi caratteri di alcune opere di John Foxx e del suo progetto dedicato alle "cattedrali oceaniche" in una condivisione sia musicale che ideale rappresentata su carte astronomiche dal vecchio ma ancora attuale (chissà per quanto) uomo vitruviano.

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