Eccoci. Alcune informazioni preliminari: i Bud Spencer Blues Explosion citano ironicamente (ma non troppo) i più noti Jon Spencer Blues Explosion e invece molto ironicamente il mitico Bud Spencer; sono un duo di Roma nato ormai un decennio fa e che reputo tra i pochi gruppi italiani in grado di cavalcare le correnti internazionali senza risultare patetici o macchiette. Il genere è ovviamente il blues, che viene mescolato a una buona dose di sonorità garage e fuzz, con un pizzico di pesantore metallico (soprattutto dal vivo) ed anche a influenze elettroniche. La batteria passa da schemi punkeggianti a ritmi molto più rilassanti e quasi reppusi ogni tanto, è un bel mix, che reputo strano ma efficace.

Il concerto è stato piacevole (il terzo che ho l'opportunità di vedere) e mi sembrano molto cambiati rispetto alle versioni precedenti. Adriano Viterbini, chitarrista e frontman, è un vero asso, suona la chitarra con una tenera violenza, l'accarezza e la strattona ma è sempre pulitissimo; è uno di quelli che non fanno finta, quando era piccolo ha stretto un patto diabolico con gli dèi delle sei corde e tutte le volte che suona la possessione emerge nel suo massimo splendore! Durante il concerto c'è stato un problema tecnico ma i Bud Spencer hanno sforato di una buona mezz'ora il coprifuoco, per giunta tornando ben due volte sul palco, acclamati da noi inebetiti dalla loro prestazione. Il locale è piccolo, il pogo coinvolge un po' tutti e chi sta "sotto cassa" il giorno dopo deve usare il "cornetto" per sentire il mondo, ma è bello anche e soprattutto così dai.

Le canzoni presentate erano perlopiù quelle dell'ultimo album "Vivi muori blues ripeti", uscito da poco; le influenze sono diverse rispetto ai lavori precedenti: a mio parere hanno preso una svolta che ammicca ai Black Keys da una parte, al Ty Segall di "Emotional Muggers" e "Freedom Goblin" dall'altra, ma anche e forse più degli altri, al Jack White da "Lazzaretto" in poi. Ed è proprio seguendo queste coordinate che vi propongo gli ascolti: "E tu?", singolo lanciato qualche mese fa per farci abboccare, funziona abbastanza bene: ha un riffettino maledetto che gorgoglia fuzzeggiando e che a me fa rizzare i peli; per il resto, assolo a parte, è ritmato sulla falsa riga di una certa elettronica che coinvolge abbastanza. Poi ci sono appunto la blackeysiana "La donna è blu", la lazzarettiana "Dove", e tracce come "Allacci e sleghi", vera genialata secondo me, che lega questo suono sincopato e appuntito ad un'atmosfera pienamente elettronica. La cover di "Hey Boy Hey Girl" mi ha davvero esaltato, è come stare in riva all'oceano e prendersi in faccia un'onda di "chitarra elettronica" e poi sentire la risacca e sapere che di lì a breve ne tornerà un'altra, con questo salendo elettrochitarronico incredibile. C'è stato anche spazio per una deriva pseudo-psichedelica e d'improvvisazione nella seconda parte di "Calipso", brano che chiude l'album e che si presta ottimamente a questa dinamica; e per concludere i vecchi cavalli di battaglia come "Mi sento come se" e "Hey Boy Hey Girl" appunto.

I testi non sono così emozionanti, è vero, io consiglio comunque di vedere un live, se si ha la possibilità di farlo, per comprendere, perchè sono il primo ad ammettere che le registrazioni non rendono giustizia alla loro effettiva capacità. Li ho descritti tramite altri gruppi non per sminuirli, ma perchè in effetti non sono rivoluzionari e nemmeno spaccano la critica, insomma, non sono nè una svolta e nemmeno creeranno una scena musicale, ma la genuina violenza con cui dal vivo ti sbattono in faccia tutto 'sto rumore è un'esperienza che lascia il segno.

Info di contorno: sono stati in tour coi Verdena e il batterista (Cesare) nei live ogni tanto sembra Luca Ferrari che picchia la batteria, evidentemente c'è influenza. Sono etichettati La Tempesta e alcune tracce sono scritte da Toffolo, che canta nella traccia "Io e il demonio". Viterbini ha collaborato e collabora con chiunque, Marco Fasolo (Jennifer Gentle), Verdena, qualcuno dei Nine Inch Nails in un progetto solista (non ricordo il nome abbiate pietà) e molti altri! Poliedrico dello strumento, è davvero un musicista di valore assoluto, e già solo per questo valeva la pena recensirlo. Ave DeBaseriani!

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